Kasherut (dall’ebraico kasher, “adatto”, “conforme”)
Complesso delle leggi alimentari ebraiche. Le leggi della kasherut non si limitano ad elencare i cibi leciti e quelli proibiti, ma prescrivono anche i metodi per la macellazione rituale (schechitah) e la preparazione degli alimenti.
Il contrario di kasher è taref (“proibito”).
Khaybar
L’inno “Khaybar, Khaybar, ya yahud, jaish Muhammad saya’ud!”, che in italiano vuol dire “Khaybar, oh ebrei, l’armata di Maometto ritornerà,” o le sue variazioni, come “Khaybar, Khaybar ya sahyun, Hizbullah qadimun,” (Khaybar, Khaybar, oh sionisti, Hizbullah sta arrivando),” si riferiscono, nella tradizione islamica, alla strage di Khaybar perpetrata dall’esercito di Maometto nel 628, quando quasi tutti gli ebrei maschi dell’oasi di Khaybar furono trucidati e le donne e i bambini presi come schiavi. Questo inno viene spesso utilizzato in manifestazione pro-Palestina, anche in Europa, in modo ad intimidire (o avvertire, minacciare) gli ebrei e/o sionisti.
Kike
Kike è un lemma gergale americano usato come un termine offensivo e sprezzante per una persona ebrea.
Kippur
I primi dieci giorni (Aseret Jemè Teshuvah o Yamim Noraim, giorni terribili) del mese di Tishrì che intercorrono tra il Capodanno ebraico e il digiuno dello Yom Kippur (Giorno dell’Espiazione) sono considerati particolarmente adatti e fecondi per il pentimento. Secondo la tradizione, proprio in coincidenza con l’inizio del nuovo anno in cui si ricorda la creazione dell’universo, Dio giudica i pensieri e le azioni di ognuno e ne valuta la correzione e la restaurazione. Egli concederà all’uomo, alla fine del Kippur assieme al perdono, il conforto di una ritrovata riconciliazione con se stesso, con gli altri e con il Suo Creatore. Il giorno di Kippur è infatti il giorno che Dio ha riservato al perdono e le tefillot (preghiere) di Kippur – la più importante delle quali è il viddui (confessione dei peccati) – sono il miglior veicolo per un dialogo che permette di sentire quanto Egli sia effettivamente vicino, dando all’uomo la possibilità di far teshuvah (pentimento) e di redimersi anche in un solo momento, capovolgendo così la sua situazione. E’ detto nel Talmud: “Grande cosa è la teshuvah, perché porta la guarigione al mondo”. Il digiuno di Kippur, della durata di venticinque ore, cade il 10 Tishrì, inizia la sera della vigilia ed è obbligatorio per tutti (a partire dai tredici anni per i maschi, dodici per le femmine) a esclusione di chi non è in condizioni fisiche tali da poterlo sopportare. Oltre ad astenersi da ogni cibo e bevanda, è vietato lavarsi, ungersi, indossare scarpe di cuoio e avere – in quel giorno – rapporti sessuali. Il digiuno si conclude con il suono grave e suggestivo dello shofar, strumento musicale di uso liturgico, fabbricato con un corno di capro o montone.
Kristallnacht
Indica il pogrom scatenato in tutto il Reich nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938 dalle autorità naziste per vendicare l’assassinio di un funzionario dell’ambasciata tedesca a Parigi da parte di un giovane ebreo polacco. È chiamata “notte dei cristalli” perché le strade si ricoprirono dei vetri rotti delle sinagoghe, dei centri culturali, dei negozi e delle proprietà ebraiche. Complessivamente furono assassinati 91 ebrei, rase al suolo, incendiate o gravemente danneggiate 267 sinagoghe, devastati 7500 negozi e migliaia di ebrei rinchiusi nei campi di concentramento.