Antigiudaismo
Il termine indica le numerose forme di ostilità (teologiche, politiche e sociali) prodotte nel corso dei secoli dalle Chiese cristiane nei confronti del giudaismo e degli ebrei. Al passo con l’elaborazione teologica cristiana, il giudaismo postbiblico, è stato accusato, in quanto insegnamento e pratica di vita sul piano religioso, teologico e filosofico, di inefficacia e nullità perché sostituito dal messaggio innovatore evangelico, e tutti gli ebrei, giudicati colpevoli di “deicidio”, sono stati considerati maledetti da Dio e “giustamente puniti” come testimonierebbe la loro dispersione nel mondo.
Antisemitismo
Pregiudizio e odio nei confronti degli ebrei e dell’ebraismo, dal greco ἀντἰ = anti, e Σημ = Semita .
Il termine, improprio in quanto sono semiti anche altri popoli, fu coniato nel 1879, dal giornalista ed agitatore tedesco Wilhelm Marr per definire la propaganda antiebraica allora diffusa in Europa, e nel tentativo di trovare un modo di definire gli ebrei che non fosse basato sulla religione.
In breve tempo antisemitismo è subito diventato di uso comune come un lemma atto ad indicare tutte le forme di ostilità verso gli ebrei che si sono manifestate nel corso della storia.
L’antisemitismo è una forma particolare di razzismo.
Antisemitismo 2.0
L’uso dei social network (piattaforme sociali) online per condividere la demonizzazione di Israele, le teorie cospirative, la negazione della Shoah, ed i classici temi dell’antisemitismo con l’intenzione di creare accettabilità sociale per questi argomenti. Sia gli ebrei in generale che lo Stato ebraico possono essere l’obiettivo dell’antisemitismo 2.0 dove spesso la distinzione tra ebrei ed Israele non è chiara.
L’antisemitismo coniugato in chiave di critica ad Israele viene comunemente rappresentato attraverso la comparazione tra lo Stato ebraico con i più popolari paradigmi di odio, come l’equiparazione con la Germania nazista o il Sud-Africa dell’apartheid. Il paragone con i nazisti aggiunge poi lo stereotipo antisemita che i sionisti si sono trasformati da vittime del nazismo ad artefici di un nuovo Olocausto ai danni degli arabo-palestinesi.
Antisionismo
Ideologia che designa storicamente l’opposizione alla creazione di uno Stato ebraico in Palestina. Si tratta di un termine controverso, poiché le definizioni di Sionismo assumono significati diversi a seconda di chi le interpreta. Attualmente antisionismo esprime contrarietà e la negazione della legittimità dello Stato di Israele .
In particolare, le tradizionali definizioni di Sionismo (inteso come l’idea del ritorno del popolo ebraico alla Terra d’Israele) nel mondo ebraico differiscono notevolmente da quelle utilizzate dall’ estrema sinistra, dalla destra radicale e dall’islamismo che tendono ad utilizzare questo termine come strumento denigratorio, demonizzante e di ingiuria politica verso lo Stato di Israele .
Antiziganismo
L’antiziganismo è il razzismo specifico nei confronti di rom, sinti, nomadi e altri che sono stigmatizzati come ‘zingari’ nell’immaginario collettivo. L’antiziganismo è spesso usato in senso stretto per indicare atteggiamenti anti-rom o l’espressione di stereotipi negativi nella sfera pubblica o incitamento all’odio
Ariani
Il termine “ariani”, nella forma di ”ari”, compare nell’antichità classica ad indicare una serie di popolazioni dello spazio eurasiatico, la prima parte di nomi composti nell’onomastica greca, celtica e germanica e come termine elitario nel mondo indo-iranico. Solo nel XIX secolo, con la nascita delle Nazioni e la rottura delle classificazioni teologiche medievali, il vocabolo è stato ripreso in chiave linguistica e culturale all’interno di una generale rilettura e ricerca delle origini dell’umanità e delle civiltà. Il momento fondante per questo genere di studi è tradizionalmente considerato il 1783 quando il giurista inglese William Jones, giudice supremo in Bengala, notò delle analogie tra il sanscrito, il greco e il latino. Agli inizi del XIX secolo iniziò così a delinearsi una disciplina linguistica e storica ben precisa che si proponeva di studiare tutte quelle lingue che, in un’area compresa tra l’India e l’Irlanda, potevano essere accomunate sotto la definizione di “indo-europee”; in Germania si preferì invece, sotto l’impulso del nascente nazionalismo, l’accezione di “indo-germaniche” sottolineando con ciò il carattere esclusivo della civiltà tedesca. Fino alla seconda metà dell’Ottocento lo studio delle lingue si mantenne all’interno di una discussione puramente disciplinare e il termine ariano, impiegato senza alcuna sviluppo razzistico, comparve nei testi come sinonimo di indo-europei. Solo nella Francia di Renan e di Gobineau, frustrata dalla vittoria tedesca e dalle violente crisi sociali, l’arianesimo divenne una sorta di connotazione nobiliare e classista da opporre in primo luogo ai ceti popolari, quindi a quelle popolazioni ritenute estranee al carattere nazionale. Tra questi gli ebrei, che, emancipati da non molto dal ghetto, divennero ben presto il simbolo degli aspetti negativi della modernità, della rivoluzione industriale, della democrazia e dell’urbanesimo. La pur ovvia differenza tra le lingue indo-europee e quelle semitiche fu utilizzata all’interno di una schema di opposizioni, l’una antitetica all’altra, che nulla aveva a che fare con la linguistica, diventando piuttosto il terreno di scontro per conflitti di altra natura. Si creò così una sorta di contrapposizione tra tutto ciò che era nobile e plebeo, ideale e materialistico, luminoso e oscuro, creativo e distruttore, coraggioso e vigliacco, generoso e avido, etc. – il tutto sotto lo stigma dell’ariano e del semita. I nascenti studi dell’antropologia, delle scienze naturali, della filosofia della storia e della storia delle religioni contribuirono quindi con il loro determinismo nazionale a creare in Europa dei caratteri razziali dal valore scientifico cui l’individuo era biologicamente vincolato. Si trattava anche di una rielaborazione di quei miti – ad es., il mito gotico, sassone, sarmata – presenti nella storia a giustificare guerre di conquista e da interpretare alla fine dell’Ottocento e all’inizio del Novecento con l’assalto europeo ai continenti extra-europei. Pur all’interno di una simile concezione, diffusa ovunque in tutta Europa, la Germania si distinse, prima dell’avvento al potere delle dottrine razzistiche, per una maggior connotazione bellicistica e estremamente nazionalistica del termine ariano: solo gli Ariani, di cui i Germani erano i maggiori eredi, possedevano quelle virtù guerriere in grado di fondare civiltà e imperi. Col nazismo e soprattutto per influenza delle velleità intellettuali di Himmler l’arianesimo diventò, dati i precedenti sviluppi, un dogma scientifico di forza statale il cui nucleo centrale di sesso e di sangue costituì il parametro di misura per le classificazioni omicide del Terzo Reich. In Italia il nome di riferimento per l’arianesimo antisemita e razzistico, desunto dal nazismo, è quello di Julius Evola.
Assimilazione
Conformarsi e adeguarsi ad usi e costumi di un gruppo di maggioranza
Auschwitz
Campo di concentramento e di sterminio costruito dai nazisti nel 1940 vicino alla città polacca di Oswiecim. Il campo divenne il più grande centro di sterminio a partire dal 1941, quando fu allestito il complesso di Birkenau. Nel campo furono sterminati in vario modo (lavori forzati, sfinimento, denutrizione, malattie, gas ecc.) dissidenti politici, prigionieri di guerra russi, ebrei, zingari. Si ritiene che oltre un milione di ebrei, provenienti da tutta Europa, siano stati assassinati nelle camere a gas.
Azzimo
Il pane non lievitato che gli ebrei mangiano nel periodo della Pasqua ebraica (Pesach).
BDS
Il BDS (Boicottaggio Disinvestimento Sanzioni) è un movimento internazionale nato nel 2005 che si ispira al manifesto anti-Israele promosso dalle organizzazioni non governative (ONG) durante la conferenza contro il razzismo di Durban del 2001. Il BDS, nelle sue aggressive campagne anti-sioniste non prive – sempre più frequentemente – di caratteri esplicitamente antisemiti, fa uso di una terminologia che richiama gli slogan contro l’apartheid usati in Sud-Africa dagli antirazzisti.