Macellazione rituale (ebr. Shechitah)
Pratica eseguita da un macellatore qualificato (schochet) in possesso di un certificato rilasciato da un’autorità rabbinica. La macellazione viene eseguità conformemente alle regole della kasherut.
Pratica eseguita da un macellatore qualificato (schochet) in possesso di un certificato rilasciato da un’autorità rabbinica. La macellazione viene eseguità conformemente alle regole della kasherut.
E’ un termine coniato nel XV secolo per definire in forma denigratoria gli ebrei di Spagna e Portogallo costretti a convertirsi al cattolicesimo e sospettati di mantenere in segreto la fedeltà alla loro fede originaria.
Molto probabilmente “marrano” deriva da una parola spagnola medioevale che significa maiale.
Sacerdote e teologo tedesco, fondatore della Riforma protestante in Germania (un movimento religioso del XVI secolo che iniziò con il tentativo di riformare la Chiesa cattolica romana e portò alla creazione di chiese protestanti). Inizialmente Lutero cercò di convertire gli ebrei, ma in seguito scrisse trattati virulentemente antisemiti.
La massoneria è una “istituzione esoterica” di origine medievale che nella sua secolare storia ha avuto numerose e diverse forme. Le sue principali finalità sono il perfezionamento interiore del proprio spirito, la diffusione di principi etici e morali universali, la divulgazione del pensiero razionale, la lotta all’oscurantismo, l’espansione dei principi di fratellanza universale. Condannata dalla Chiesa e, qualche volta, repressa dai governi assolutistici, la massoneria fu molto attiva fra Sette – Ottocento. Poiché alcuni aspetti della sua attività interna non erano di dominio pubblico, ma coperti da riservatezza o assolutamente segreti, fu accusata di essere all’origine di tutti gli sconvolgenti avvenimenti rivoluzionari che portarono alla caduta del Vecchio Regime, all’avvento dei regimi politici liberal-democratici, al liberismo economico e alla scristianizzazione della società. Sempre nell’ottica della congiura anticristiana finalizzata alla distruzione della società tradizionale a beneficio di una società giudaizzata, gli antisemiti ottocenteschi indicarono negli ebrei gli occulti manovratori della massoneria.
Fin dal Medioevo i medici ebrei furono «riveriti e temuti, come potenti maghi, a cui vengono imputati i più atroci delitti ma i cui servigi vengono sollecitati con particolare insistenza» (Léon Poliakov). Numerosi testi canonici attribuivano la loro abilità all’alleanza con il demonio. Nel 1246 il concilio di Béziers proibì ai cristiani di ricorrere alle loro cure, proibizione che verrà successivamente reiterata da numerosi concili. Il ricorso ai servigi dei medici ebrei avrebbe costituito un rischio per la vita stessa del cristiano dal momento che il medico ebreo non avrebbe cercato di guarire bensì di aggravare la salute del paziente giungendo addirittura ad avvelenarlo. Secondo antiche leggende cristiane i re medioevali Carlo il Calvo, Ugo Capeto e lo stesso Carlo Magno sarebbero stati avvelenati da medici ebrei. Nonostante le leggende, i medici ebrei goderono di grande favore presso principi e papi. In particolare i papi, da Alessandro III nel XII secolo a Paolo III nel XVI, si facevano tradizionalmente curare da medici ebrei. Tali medici furono annoverati da Prospero Mandosio nella sua opera “Degli Archiatri ponteficii” (1784). La persistenza del mito del medico ebreo avvelenatore è evidenziata dal cosiddetto “complotto dei medici” in Unione Sovietica. Si trattava di un caso giudiziario costruito ad arte dopo una lunga campagna antisemita; nel 1953 “La Pravda” denunciò ufficialmente l’esistenza di un complotto dei medici contro la vita di Stalin e dei massimi dirigenti sovietici. Gli accusati erano nove medici di vasta notorietà, sei dei quali ebrei. I servizi segreti sovietici accusarono i medici di essere agenti “sionisti” e di svolgere attività di spionaggio in favore delle potenze occidentali. La morte di Stalin, avvenuta due mesi dopo, impedì la prosecuzione del progetto. Nel 1955 i medici furono solennemente riabilitati ma due di essi erano deceduti dopo l’arresto a causa delle torture.
La misoginia è l’odio o antipatia, disprezzo o pregiudizio nei confronti delle donne, che si manifesta in diverse forme come abusi, intimidazioni o molestie mentali, verbali o fisiche nei confronti delle donne, che sono prese di mira in base al loro genere o sesso. Questo consiste di qualsiasi atto, inclusi discorsi e contenuti online, che cercano di escludere, costringere, vergognare, stigmatizzare o ritrarre come inferiori le donne sulla base di questi attributi protetti” (O’Connor, 2021).
Il mito, termine d’origine greca dal significato di “racconto”, ha sempre trovato una sua spiegazione all’interno o di una fascinazione estetica narrativa sopravvissuta da tempi remoti o come primo esempio di ragionamento nella storia dell’umanità. Come tale si è soliti contrapporlo al logos, il vero e corretto pensiero, quello razionalistico e scientifico che emerge dalla filosofia greca. Al proposito gli studi su tale contrapposizione sono numerosi. Ben più rilevante è invece, in un contesto storico, l’opposizione che dovrebbe essere compiuta tra il mito e quell’altra forma letteraria che corrisponde al nome di epica. Ma mentre questa è un genere discorsivo che presuppone un’eguaglianza tra gli ascoltatori – si pensi ai sovrani eroici dell’Iliade –, il mito presuppone un’autorità che gli conferisce valore. Il mito del sangue, perciò – uno delle tante forme di mito – ha sempre avuto importanza, sin dalla nascita delle Nazioni, nella creazione artificiale di una comunità immaginaria: non si è appartenenti a quest’ultima se non si possiede la stessa origine di sangue. Il nazionalismo si è impossessato da subito di questo strumento creando o, meglio, inventando letteralmente dei miti d’origine idonei il più delle volte a giustificare processi politici di conquista e di esclusione di popolazioni, culture o religioni che, a torto o a ragione, non rientravano nel modello identitario proposto. Il mito gotico, peraltro, uno dei più diffusi in Europa, ha accompagnato la reconquista spagnola, il mito sassone la rivoluzione protestante anglosassone, il mito romano la genesi dell’identità italiana. Il mito ariano, dopotutto uno degli ultimi ad essere elaborato e uno dei più incerti, sorto da un dato linguistico e trasformato in scienza, è stato alla base dei piani di conquista del nazismo.
Mondialismo è un’espressione che fa parte della cultura politica del radicalismo di destra, e viene denunciato come una “strategia mondiale di dominio planetario su uomini e beni, tendente ad imporre un totalitarismo omologante, definitivo, su continenti, popoli, nazioni e singoli uomini”, in altri termini, per la destra radicale il mondialismo è la forma politico-economico-culturale che l’ebraismo/sionismo, soprattutto attraverso l’azione di circoli ed istituzioni occulte o semi-pubbliche, ha elaborato per procedere ai piani di conquista dei popoli e delle nazioni.
Dal nome di Edgardo Mortara, un bambino ebreo di sei anni che nel 1858 a Bologna fu sottratto con la forza alla famiglia dalla gendarmeria pontificia, con il pretesto che era stato segretamente battezzato da una domestica, e condotto nella Casa dei catecumeni a Roma, per ricevere un’educazione cattolica. Vane furono le proteste di Napoleone III contro tale sopruso e vano fu il tentativo di Moses Montefiore che nel 1859 andò a Roma per ottenere il rilascio del bambino. Edgardo Mortara fu cresciuto in seminario, fu ordinato sacerdote ed esercitò attività di missionario agostiniano fino alla morte (1940).