15 Maggio 2024

Torino, la mobilitazione pro pal coinvolge anche bambini di scuola elementare che gridano «Viva Gaza»

Luogo:

Torino

Fonte:

Corriere della Sera edizione di Torino

Il corteo dei bimbi in gita che grida «Viva Gaza»

Una classe di Chieri a Palazzo Nuovo. «Ignari dell’occupazione»

Palazzo Nuovo, quasi ora di pranzo. Nel corridoio di ingresso montano i cori contro Israele. Infrangono la quiete del secondo giorno di occupazione all’Università di Torino. «Libertà, libertà, libertà. Per Gaza siamo qua». Gli attivisti avevano annunciati i raid di boicottaggio contro i supermercati e i fastfood che collaborano con Tel Aviv, eppure, a guardare bene, a sventolare la bandiera e a intonare i canti della rivolta non sono i ragazzi dei collettivi ma una classe di bambini in gita. Urlano, battono le mani, alzano le braccia al cielo. Un bimbo sventola il vessillo palestinese, ben più alto di lui. In mattinata l’assemblea dell’Intifada universitaria aveva fissato l’obiettivo di allargare la protesta alle scuole superiori. Ma qui il discorso è diverso: a gridare «Palestina libera» è una seconda elementare di Chieri, comune della collina torinese. «Non sapevamo che Palazzo Nuovo fosse occupato. Ci siamo avvicinati perché, usciti dal museo, stava iniziando a piovere e volevamo cercare un posto al coperto dove far mangiare i panini ai nostri alunni». Le tre maestre mettono subito le mani avanti per spiegare perché l’uscita didattica al Xké?, il «laboratorio della curiosità» che dista solo due isolati da via Sant’Ottavio, si sia trasformato in un mini corteo contro la sanguinosa invasione di Gaza. Già in mattinata, una classe di bambini aveva fatto visita all’edificio di Unito. Sono gli stessi? Impossibile saperlo. «Le maestre non hanno spiegato da quale scuola provenivano», raccontavano due giovani dell’occupazione qualche ora prima dell’arrivo degli studenti di Chieri. «L’intifada», ispirata alle proteste scoppiate nei campus degli Stati Uniti, è scattata lunedì. Un centinaio di giovani ha aperto le proprie tende nei corridoi del polo più importante dell’Università. Una protesta allargata anche alla sede di Fisica e al Politecnico. Erano parecchi anni che non si vedevano contestazioni di queste dimensioni. Tuttavia, se le maestre giurano di non aver messo a fuoco il clima di protesta all’interno di Palazzo Nuovo, ad annunciare l’occupazione c’è ben più di qualche indizio. Da ieri mattina l’ingresso è sbarrato da un gazebo che ha bloccato i professori che volevano fare lezione. Sulla facciata, inoltre, sono appesi striscioni e bandiere. «Non siamo state noi a insegnare ai bambini i canti per la Palestina. Sono stati gli occupanti a intonarli, i nostri alunni li hanno solo ripetuti», spiega una delle maestre che «per evitare problemi» preferisce non svelare il suo nome e quello dell’istituto scolastico di provenienza. Intanto, la ventina di bambini è seduta per terra con i panini in mano. Alle loro spalle, su un muro rosso, svetta una scritta gigante: «Boicotta Israele».