Luogo:
Torino
Fonte:
Segnalazione OS, www.repubblica.it
Torino, post antisemita contro il gruppo Gedi da consigliera comunale M5s. La condanna di Di Maio e Appendino: “Grave e inaccettabile”
Uomini con naso pronunciato, Kippah e la Stella di David. Monica Amore: “Sono stata strumentalizzata, chiedo scusa a chi si è sentito offeso”. Il Pd: “Becera deriva complottista, le scuse non bastano”
Versetti dal Vangelo, manifestazioni di insofferenza per l’obbligo della mascherina, e questa notte la foto di un collage con contenuti antisemiti: i brand di tutte le testate appartenenti al Gruppo editoriale Gedi, a cui appartiene anche La Repubblica, e, accanto, le caricature di uomini con naso pronunciato e Kippah, una delle due figure impugna anche un coltello insanguinato nascosto dietro la schiena e la Stella di David disegnata. Caricature razziste, tristemente note perché tra la fine dell’800 e fino agli anni Quaranta del ‘900 venivano usate per raffigurare gli ebrei.
Il post è comparso sulla bacheca Facebook di una consigliera M5S di Torino, Monica Amore, e immediatamente sono scoppiate le polemiche. Lei, a commento della vignetta antisemita, aveva abbinato l’espressione “interessante!”. Ma quando si è resa conto di quel che aveva scatenato ha subito cercato di scusarsi. “Non avevo assolutamente intenzione di pubblicare contenuti di quel genere, non mi sono accorta della vignetta – dice – mi scuso, perché quando l’ho ricevuta ho solo pensato che ci fossero molto sponsor del Gruppo Gedi e mi sembrava interessante”.
La sindaca Chiara Appendino in un tweet prende le distanze dal gesto dell’esponente della sua maggioranza: “La consigliera Monica Amore ha chiesto scusa per aver pubblicato un post, grave e del tutto inaccettabile, che ha già provveduto a rimuovere. Ribadisco da parte mia e della Città la più netta presa di distanza”. Stessi toni dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ex capo politico dei Cinque Stelle: “Prendo atto delle scuse della consigliera comunale M5S di Torino, Monica Amore. Considero in ogni caso gravissimo e inaccettabile il post pubblicato e successivamente eliminato. Come ha già sottolineato il sindaco Chiara Appendino, ne prendiamo le distanze”.
Classe 1975, licenza media come titolo di studi, Amore è stata eletta in Consiglio comunale di Torino nel 2016, con la lista del Movimento 5 stelle. Non fa mistero delle sue idee complottiste e anti-sistema, come dimostrano anche le numerose e recenti esternazioni contro la possibilità di un sostegno del Movimento al governo tecnico di Mario Draghi.
Già nel 2017, in occasione dell’incontro al Lingotto del Gruppo Bilderberg, Amore aveva dichiarato: “Mi preoccupa molto questa presenza a Torino. Si tratta di un’élite chiusa di neo-oligarchie finanziarie dedite al neoliberismo più estremo, che nel mio immaginario ha sempre rappresentato l’arroganza propria del potere”.
“Chi mi conosce sa che non sono razzista – cerca di giustificarsi ora Monica Amore dopo aver cancellato il post che ha suscitato sconcerto nella sua stessa maggioranza – e voglio bene a ogni essere umano, senza distinzione di genere, condizione sociale, religione o colore della pelle. Ho cancellato il post precedente perché quei giornali che volevo criticare hanno usato un dettaglio dell’immagine, a cui neanche avevo fatto caso, per delegittimare il ragionamento sul problema, che esiste, della concentrazione nella mani di pochi dell’intera informazione in Italia. Mi scuso con i colleghi del M5s che sono stati al centro della strumentalizzazione e con tutte le persone di origine o religione ebraica che si sono sentite offese o discriminate o alle quali quel dettaglio ha ricordato la pagina più nera della storia del Novecento”.
A definire il post antisemita “una disattenzione grave, che non rispecchia minimamente il pensiero nostro e della protagonista, la cui umanità è nota a tutti coloro che la conoscono” è il gruppo Cinque Stelle in Consiglio comunale, che parla di “una card raffigurante le testate appartenenti al Gruppo Gedi, sulla quale a lato erano presenti delle vignette di matrice antisemita che ha immediatamente rimosso, scusandosi, una volta notato il particolare ignobile”.
I Cinque Stelle torinesi osservano che “la consigliera Amore, con modi avventati e non giustificabili, voleva porre una riflessione sull’editoria. Il mezzo utilizzato, una vignetta orribile, copre e allontana questa volontà. Motivo per cui ci uniamo alle sue scuse verso chiunque si è sentito offeso da una rappresentazione che evoca una delle pagine più buie della storia”.
A prendere posizione contro la vignetta antisemita è il Partito democratico, con la senatrice torinese e vicepresidente del Senato Anna Rossomando che invita Monica Amore a fare un passo indietro: “Apprendiamo che la consigliera del Movimento 5 Stelle ha chiesto scusa per il post antisemita che ha pubblicato. Prendiamo atto anche delle doverose prese di distanza della sindaca Appendino. Credo però che a volte le scuse non bastino. Penso che la consigliera dovrebbe autonomamente comprendere che alcune posizioni non sono compatibili con la funzione che gli eletti svolgono nelle istituzioni democratiche”.
Enzo Lavolta, vicepresidente del Consiglio comunale di Torino e candidato alle primarie Pd, aggiunge: “Trovo sconcertante il post diffuso sui canali social dalla consigliera pentastellata Monica Amore in cui con immagini caricaturali discriminatorie degli anni ’30 nei confronti degli ebrei alluderebbe al controllo di questi ultimi del mondo dell’informazione e dell’editoria. Una becera deriva complottista che la sindaca Chiara Appendino deve censurare”.
“Esprimo solidarietà – prosegue Lavolta – al gruppo Gedi e alle comunità ebraiche del nostro Paese. Torino, città che ha visto partire per un viaggio senza ritorno nei campi di sterminio centinaia di suoi cittadini, non può tollerare una simile offesa. Regalerò alla consigliera Amore una copia di ‘Se questo è un uomo’ del torinese Primo Levi nella speranza che le pagine del nostro concittadino possano colmare il suo gap di ignoranza e antisemitismo”.
Di valore della memoria parla il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Stefano Allasia, che esprime “ferma condanna per la vergognosa vignetta antisemita postata da un consigliere comunale dei 5 Stelle di Torino sul proprio profilo Facebook. Ritengo, come presidente del Comitato Resistenza e Costituzione – aggiunge – che la memoria, custodita e tramandata, sia un antidoto indispensabile contro gli orrori del passato, per scongiurare il riemergere di rigurgiti razzisti e predicazione dell’odio. Non possiamo tollerare nessuna forma di antisemitismo, la diffusione di quell’immagine non trova nessuna giustificazione”.
Dure critiche anche dalla Lega: per il capogruppo in Consiglio comunale a Torino e assessore alla Sicurezza della Regione Piemonte, Fabrizio Ricca, “vedere certe immagini di propaganda antisemita fa male. Questi disegni, pieni di orridi stereotipi che la storia ci ha mostrato troppe volte, sono una ferita aperta negli organi di rappresentanza democratica della città. La diffusione di materiale simile – aggiunge Ricca – non può essere giustificata come frutto di un ‘errore’. La città si aspetta delle scuse”.
“Nessun accordo strutturale è possibile con questi individui – afferma, riferendosi ai Cinque Stelle, la deputata di Italia Viva, Silvia Fregolent, in vista delle elezioni amministrative a Torino – La vergognosa vignetta antisemita postata da un consigliere comunale dei 5 stelle di Torino, che accomuna caricature ebraiche razziste del secolo scorso che alimentarono odio e disprezzo a uno dei gruppi editoriali più prestigiosi del nostro paese ricco di professionalità e competenze – dichiara Fregolent – è la migliore risposta a chi insiste ancora, tra i partiti di centrosinistra, a voler fare un’alleanza con i grillini in vista delle prossime elezione comunali”.
di Ottavia Giustetti
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