17 Marzo 2025

Roma, svastica e scritte antisemite in un liceo

Foto: collettivo Agorà

Una svastica, una scritta antisemita e una inneggiante al duce. Tutto sulla superficie di una porta dei bagni al primo piano del liceo Avogadro di via Brenta 26. A denunciarlo è il collettivo Agorà che questa mattina, lunedì 17 marzo, ha scoperto lo sfregio.

Scritte naziste e antisemite

“Nel mondo che vorrei non ci sono ebrei” si legge sulla porta. Ad accompagnare le parole antisemite è una svastica e la scritta “Viva il duce”. Un atto che ha subito scatenato la reazione del collettivo: “Fascisti ci fate schifo – è la denuncia -. Condanniamo in maniera inequivocabile quanto accaduto. Nulla è più ripugnante di vedere nella nostra scuola scritte e simboli violenti come quelli che sono stati incisi. Il nazismo e il fascismo non sono slogan. L’antifascismo non è un gioco, sono stati e sono tutt’oggi ferocia che ci impegniamo a combattere strenuamente”.

Il collettivo ha poi pubblicato una nuova storia sul proprio profilo Instagram in cui risponde ai messaggi comparsi sulla porta del bagno della scuola, scrivendo: “Nel mondo che vorremmo ogni fascio appeso a piazza Loreto. Fuori dall’Avogadro m***a nera”. A testimonianza di un clima piuttosto teso nella scuola.

 

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La scritta nel bagno del liceo Avogadro

 

La dirigente scolastica: “Atto vile che offende la memoria e la dignità di tutti”

“Appena appresa la notizia ho provveduto a interdire l’accesso al bagno dove appariva la scritta fino all’avvenuta rimozione della stessa, per fortuna sono stati sufficienti pochi minuti – spiega a RomaToday la dirigente scolastica dell’Avogadro, Katia Tedeschi -. Sono molto rammaricata per quanto accaduto e colgo l’occasione per ribadire un richiamo al senso civico, al rispetto per l’Altro e per il nostro patrimonio, simboli della nostra identità e della nostra storia. La democrazia, fondamento della nostra convivenza, si nutre di rispetto reciproco e di cura per i beni comuni. Deturpare i muri, o le porte come in questo caso, con scritte, soprattutto con questi contenuti, è un atto vile che offende la memoria e la dignità di tutti noi”.

E ancora: “Non possiamo tollerare che l’odio e l’ignoranza imbrattino la bellezza della nostra scuola, intendendo come bellezza non solo quella architettonica, ma quella della nostra progettualità ispirata agli alti valori della nostra Costituzione. Esorto sempre la Comunità studentesca ad essere custode del nostro patrimonio, a segnalare gli atti vandalici e, in un’ottica di corresponsabilità ad educarsi al rispetto per la storia e per la diversità. Insieme, possiamo costruire una comunità più consapevole e responsabile, dove la bellezza e la memoria siano valori condivisi e protetti”

“Ricordiamo – conclude Tedeschi – che la nostra storia è fatta di dialogo, di inclusione e di rispetto per le differenze. Per questo ci discostiamo con fermezza dal gesto, sicuramente opera di un singolo”.

Le tensioni nella scuola

Sempre nel liceo Avogadro, lo scorso ottobre, era stata denunciata dal gruppo di Azione antifascista del quartiere Trieste-Salario la presenza di esponenti di organizzazioni neofasciste che avrebbero tentato di infiltrarsi nelle liste di istituto. Non solo nel liceo di via Brenta, ma anche al Giulio Cesare (in corso Trieste), al Tasso (via Sicilia 168), al Righi (via Boncompagni 22) e al Montessori (via Livenza 8).

Ma sono arrivati, più in generale, da tutta la città di Roma, negli ultimi mesi, episodi di scritte, striscioni e atti vandalici volti a inneggiare al fascismo e al nazismo o ad attaccare i collettivi studenteschi antifascisti. Dal blitz al liceo Manara, allo striscione “Antifascismo uguale mafia” esposto in un’aula del liceo Orazio e in altre scuole di Roma e non solo.

Tensioni anche all’istituto Rossellini, dove la presenza del senatore di FdI, Roberto Menia, a un incontro dedicato al Giorno del ricordo, ha scatenato la protesta degli studenti, supportati dal collettivo Osa. Tanto che è dovuta intervenire la polizia per garantirne lo svolgimento, con diversi momenti di tensione con gli attivisti che tentavano di bloccarlo.

di Giulia Argenti