14 Novembre 2024

Selva di Cadore, albergatore discrimina coppia di israeliani

“Gli israeliani non sono i benvenuti”. Le parole di un hotel sulle Dolomiti

All’inizio di novembre, un gruppo di turisti israeliani stava prenotando su Booking.com un soggiorno in albergo per trascorrere le vacanze sulle Dolomiti. Ma per tutta risposta, il personale dell’hotel ha comunicato loro che non intendevano accettare degli israeliani.

Il fatto, i cui screenshot hanno iniziato a circolare solo di recente sui social, è avvenuto all’Hotel Garni Ongaro, che si trova nel comune di Selva di Cadore, in provincia di Belluno. Nel messaggio su Booking dello staff dell’albergo, originariamente scritto in inglese, si legge quanto segue: “Buongiorno. Vi informiamo che gli israeliani, in quanto responsabili di genocidio, non sono clienti ben accetti nella nostra struttura. Pertanto, qualora vogliate cancellare la vostra prenotazione, sarete felici di farlo, e altrettanto lo saremo noi di offrirvi una cancellazione gratuita”.

Una discriminazione talmente plateale che è stata contestata persino da chi sostiene l’altra parte: Ihab Hassan, attivista palestinese per i diritti umani, ha twittato: “Posso solo immaginare il dolore e il senso di ingiustizia che proverei se un hotel mi negasse un posto dove stare semplicemente a causa della mia identità, essendo palestinese. Questa è una punizione collettiva. Ho molti amici ebrei israeliani, persone che viaggiano in tutto il mondo, dedicando la loro vita a sostenere la pace e la coesistenza, lavorando instancabilmente per porre fine alla guerra. Rifiutare di ospitare individui in base alla loro nazionalità o identità non è solo sbagliato, ma è anche un atto vile e discriminatorio, oltreché illegale e una bancarotta morale”.

Questa non è la prima volta che, dall’inizio della guerra in corso tra Israele e Hamas, albergatori italiani suscitano polemiche per attacchi nei confronti di israeliani ed ebrei: ad aprile, si era verificato il caso di Paolo Maddaloni, titolare dell’Hotel Le Funi di Bergamo, il quale aveva scritto su Instagram che “Gesù gli ebrei l’hanno ucciso! Come stanno facendo con i bambini di Gaza! Una cosa indescrivibile! Io ho un albergo e nel mio piccolo ho bandito gli ebrei dal venire, bloccandogli le prenotazioni”. Prima di cancellare i post, aveva anche scritto che “Israele è un tratto di penna fatto da politici criminali ed assassini, che non dovrebbe esistere”, e che “Il mondo è in pericolo da sempre per colpa degli ebrei”.

Sulla vicenda è intervenuto il presidente del Consiglio Regionale del Veneto Roberto Ciambetti, scrivendo che   “Mai confondere i popoli con i loro governanti e con gli errori degli Stati. Ciò vale per gli israeliani come per i palestinesi. Nessuno confonde il popolo afghano con i Telebani, né il popolo iraniano con l’oscurantismo dell’estremismo religioso degli ayatollah e via dicendo.  Qui a Venezia ebbi l’onore di incontrare di persona Shimon Peres, uomo che credeva nella Pace e che voleva la Pace:  credeva in due nazioni e due Stati per gli israeliani e i palestinesi e questo obiettivo mi sembra ancora oggi l’unico realistico e possibile. Dobbiamo lavorare tutti per questo obiettivo e non mi sembra che l’ostracismo riservato a turisti israeliani sia il modo migliore per affrontare questa svolta: trovo sbagliata la scelta dei gestori dell’hotel dolomitico. E invito tutti a non confondere questi gestori con il sistema dell’accoglienza e ospitalità di Selva di Cadore, e dell’intero Veneto, che è di ben altra pasta e lungimiranza”.

di Nathan Greppi