Luogo:
Roma
Fonte:
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Vignetta antisemita shock a Roma: Hitler, Mussolini e l’ultras laziale “ebreo” ad Auschwitz
Hitler e Mussolini con le magliette dell’As Roma. Mr Enrich, simbolo degli ultras biancocelesti, con il pigiama a righe e il logo della SS Lazio a testa in giù: la vignetta shock comparsa nella capitale.
Adolf Hitler e Benito Mussolini indossano due magliette della Roma nella vignetta shock comparsa sui muri della capitale, in curva sud. Colletto arancione, maglia bordeaux e sponsor “Barilla” scritto in bianco sul petto. Il primo disegnato, proprio come una delle figurine della collezione vendute per riempire l’album. La testa dell’altro, invece, inserita da una foto reale, con tanto di cappello, a mo’ di collage.
Alle loro spalle l’ingresso di Auschwitz, come si vede dalla scritta in ferro Arbeit macht frei, tradotto Il lavoro rende liberi. Bloccato da loro, uno a destra e uno a sinistra, compare Mr Enrich, il simbolo del gruppo ultras biancocelesti degli Irriducibili.
Fra Hitler dal volto disegnato e Mussolini giallorossi appare Mr Enrich, biancoceleste. Il simbolo ultras indossa un pigiama a righe, tipicamente usato nei campi di sterminio, con righe bianche e celesti e, sul petto, lo scudetto dell’SS Lazio a testa in giù. Non si conoscono gli autori degli adesivi, ma c’è chi azzarda qualche ipotesi.
“Credo l’abbia realizzata un gruppo di simpatizzanti nazisti della curva sud – spiegano alcuni lettori a Fanpage.it – Lo sfottò per loro dovrebbe essere il laziale ebreo, da sterminare. È per questo che Hitler e Mussolini indossano, invece, le magliette di calciatori dell’As Roma”.
Ad alcuni non sarà certo sfuggito il dettaglio di Hitler che indossa la maglietta giallorossa. Quell’immagine era già stata diffusa alla vigilia del Giorno della Memoria, nel gennaio del 2023. Hitler con la maglietta della Roma era comparso sulle serrande dei negozi e sui cartelli della segnaletica stradale di diverse zone della capitale. E, più di un anno dopo, c’è chi è tornato ad utilizzare questa immagine. Ma per un altro scopo.
A cura di Beatrice Tominic