Luogo:
Roma
Fonte:
Corriere della Sera edizione di Roma
Protesta pro Gaza durante i test di Medicina
Alla Sapienza, ieri, è stato il giorno dei test per l’accesso alla facoltà di Medicina. Ma anche il giorno della mobilitazione degli studenti che da mesi si sono schierati (e accampati nelle tende) contro la guerra israelo-palestinese e che proprio in concomitanza con le prove d’esame hanno dato vita a una protesta. «Rafah brucia. Israele terrorista. Sapienza complice»: recita lo striscione che apre la manifestazione itinerante all’interno della città universitaria di una sessantina di studenti. La prima tappa del corteo è davanti alla scalinata di Lettere e filosofia: «Qui tanti docenti hanno deciso di non mettere in discussione gli accordi con Israele e di non sostenere le nostre posizioni», hanno urlato al megafono per poi entrare e fare un giro del pian terreno al grido di «Free Palestine» e «Siamo tutti antisionisti». La protesta arriva a Fisica, dove gli studenti raccontano che «a lezione ci insegnano a fabbricare le bombe. E noi non ci stiamo», e poi arriva a Scienze politiche, le cui aule ospitano i test per Medicina. Anche qui i manifestanti entrano e cantano cori. Fuori accendono fumogeni e srotolano lo striscione «Fermiamo Israele e i suoi complici». E mentre sembrava che il corteo stesse finendo con il ritorno alle tende, la testa si è staccata e correndo è salita sulle scale che portano al ballatoio del rettorato per «parlare» direttamente con Antonella Polimeni. Qui il messaggio oltre che alla rettrice e diretto a chi oggi è impegnato nei test per l’ingresso a Medicina (4.308 candidati per 1.474 posti disponibili): «La vostra professione è anche curare chi è oppresso. L’aspirina non serve a niente sotto le bombe – gridano -. La medicina non è al servizio del potere, come crede la Polimeni e come insegnano all’università». Poi gli studenti tornano alle tende dove da giorni manca la luce e dove, proprio lì di lato, ci sono i cantieri per smontare l’aula Ti. Tutto intorno danneggiamenti contro il circuito di sorveglianza, segni degli atti vandalici e scritte intimidatorie. Per ripristinare il decoro, la Sapienza ha già speso più di 60mila euro. Cla. Sa.