Luogo:
Padova
Fonte:
Corriere del Veneto Venezia e Mestre
«Boicottare Israele»
Studenti occupano il Bo
La rettrice: «Con loro
Nessun confronto»
Mapelli: di questi temi si discute nel Senato accademico
Padova. Alle 8 di ieri mattina gli attivisti del centro sociale Catai di Padova ed esponenti dell’associazione «Giovani palestinesi» hanno occupato l’aula Ederle nella sede universitaria del Bo. Meno di 12 ore prima all’università La Sapienza di Roma erano stati registrati scontri tra studenti e polizia. Il tema è sempre lo stesso: gli attivisti pretendono che le università si schierino contro il genocidio a Gaza e che blocchino qualsiasi progetto e ricerca che coinvolga le università o le aziende israeliane. A Padova gli studenti chiedono un confronto pubblico con la rettrice Daniela Mapelli in merito alla decisione di non boicottare gli accordi bilaterali tra l’Università di Padova e pari istituzioni di Israele proseguiranno. Una decisione presa la settimana scorsa dal Senato accademico dell’Ateneo che ha registrato n voti contrari, n astenuti e solo tre a favore. Durante i lavori del Senato accademico la settimana scorsa c’erano state tensioni con la polizia che aveva bloccato l’accesso dei manifestanti all’università. Ieri i ragazzi sono arrivati al Bo molto presto, hanno steso la bandiera palestinese nel cortile antico e davanti all’aula occupata. «Riteniamo assurdo il silenzio che fino ad ora ha accompagnato la gestione del dissenso da parte della governance dell’Ateneo – spiega Riccardo Fasano, di Spazio Catai Potere al Popolo – pensiamo che militarizzare l’università, come è avvenuto durante gli ultimi incontri del Senato accademico, sia sbagliato, alla rettrice chiediamo risposte in merito al boicottaggio accademico, ribadiamo che vogliamo sottrarre tutto il supporto materiale e culturale al regime di Israele che sta portando avanti un genocidio in Palestina». Ieri la rettrice ha ricevuto due rappresentanti del Catai e ha fatto sapere che non intende partecipare ad un dibattito pubblico su questi temi. Mapelli ha sottolineato che la mozione sul boicottaggio è già stata affrontata in Senato accademico ed è stata bocciata, e ha aggiunto che quello è l’unico luogo deputato a discutere di questi temi, se gli studenti vorranno potranno presentare una nuova mozione seguendo l’iter istituzionale. Gli studenti però non intendono fare passi indietro. L’occupazione, che ha un valore simbolico visto che riguarda di un’aula di Giurisprudenza nello storico palazzo del Bo, è andata avanti a oltranza: l’aula è stata occupata anche di notte in modo pacifico: non sono stati registrati interventi da parte della polizia. Intanto, anche se in misura minore, le proteste ci sono state anche nelle altre università del Veneto. A Ca’ Foscari il collettivo Lise una decina di giorni fa ha chiesto di entrare in Senato accademico per leggere un comunicato in cui chiedeva una presa di posizione netta. Non è accaduto, invece, a IUAV, da sempre specializzata in architettura della ricostruzione. «IUAV segue da sempre programmi per la ricostruzione post bellica. Se rinunciassimo alla cultura come veicolo di pace si rischierebbe molto – mette in guardia il rettore Benno Albrecht – salterebbe il punto fondamentale della nostra essenza in quanto università e in quanto uomini di scienza. Si La Rettrice Daniela Mapelli Università di Padova interromperebbero anche supporti concreti ai paesi in difficoltà, come nel caso dei progetti di architettura della ricostruzione che abbiamo seguito nel mondo, dalla Siria all’Ucraina». E se l’Università di Verona sottolinea che <de collaborazioni internazionali con le università israeliane, così come quelle con atenei e centri di ricerca in tutto il mondo, si fondano su relazioni accademiche indipendenti e autonome da ogni forma di potere esterno» anche l’Università di Ca’ Foscari conferma la posizione presa lo scorso gennaio. «Le Università stanno vivendo un momento particolare, in cui il dibattito e la partecipazione sono molto fervidi: ciò è sempre positivo se il dialogo è civile, inclusivo e rispettoso delle diverse sensibilità – dichiara Tiziana Lippiello, rettrice di Ca’ Foscari ricordando un passaggio della mozione del Senato Accademico di Ca’ Foscari dello scorso gennaio – il sapere è uno strumento di pace che non conosce confini e che per sua natura consolida il mondo e la sua convivenza. Credo che queste parole riassumano pienamente il ruolo e il valore delle Università le quali, pur nell’esercizio della propria legittima autonomia, operano per lo stesso scopo: promuovere il dialogo fra le culture e la crescita collettiva attraverso la ricerca scientifica e la cooperazione tra istituzioni universitarie di tutto il mondo». di Roberto Polese e Alice D’Este
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