Luogo:
Milano
Fonte:
Libero
Petardi, fumogeni e letame sul tappeto rosso La “Prima” macchiata da centri sociali e pro-Pal
Il corteo dei “pacifisti” viene arginato dalla polizia. In piazza soliti slogan contro Netanyahu, Salvini, Meloni e qualche tensione lungo il percorso Commercianti e milanesi, ancora una volta, ostaggio dei disturbatori
Petardi contro le forze dell’ordine, pro-pal che assediano la Scala e shopping natalizio rovinato. Si è svolta ieri a Milano l’ennesima manifestazione che, come facilmente prevedibile, ha mandato in tilt il centro del capoluogo lombardo proprio nel giorno di Sant’Ambrogio. Già dalla mattinata gli auspici non erano stati buoni e si era compreso che sarebbe stata una giornata difficile. Il centro sociale il Cantiere aveva infatti organizzato un flash mob e srotolato un lungo tappeto rosso davanti al teatro della Scala. Gli attivisti avevano poi versato del letame urlando slogan contro il governo. Una provocazione che naturalmente aveva scatenato la rabbia e l’indignazione di residenti e passanti. Anche perché sul letame erano stati messi i volti della premier Giorgia Meloni, del presidente del Senato Ignazio la Russa, del premier israeliano Netanyahu e dei ministri Matteo Salvini e Alessandro Giuli. E anche durante il corteo del pomeriggio si sono vissuti momenti di tensione quando in via Santa Margherita i dimostranti hanno lanciato alcuni petardi contro le forze di polizia schierate in tenuta anti-sommossa. I pro-pal hanno anche acceso dei fumogeni e cercato di forzare prendendole a calci le transenne al varco della zona rossa blindata per la prima della Scala. Immediata la reazione delle forze dell’ordine che hanno contenuto i manifestanti senza bisogno di effettuare alcuna carica di alleggerimento. Solo pochi minuti prima c’era stato un altro momento critico quando in via Larga erano stati accesi fumogeni davanti all’anagrafe centrale ed esposto un cartello contro sfratti e caro affitti. Il corteo milanese contro la guerra e il Ddl sicurezza organizzato dalla “Rete Milano antifascista antirazzista meticcia e solidale” era partito verso le 15.30 da Porta Venezia percorrendo via Larga, via Mazzini, piazza del Duomo e piazza Cordusio. Circa 4mila i partecipanti tra i quali moltissimi manifestanti di origine palestinese. Tante le associazioni che hanno aderito all’iniziativa. Presenti i Giovani palestinesi d’italia, i Gaza freestyle, delegazioni Anpi, l’Unione Giovani Comunisti della Lombardia e l’Arci Milano. Forte la partecipazione dei centri sociali con il “Lambretta” e collettivo Kasciavit in testa al corteo. Immancabili poi Rifondazione Comunista, Cobas e Usb. Piuttosto numerosa la rappresentanza del Kurdistan siriano. Dal camion che guidava il corteo esponenti della comunità palestinese hanno sferrato un rabbioso attacco contro lo stato ebraico e le sue forze armate parlando di «forze di occupazione nazi-sioniste». Quindi insulti al «fascista Netanyahu» definito «criminale di guerra». Nel mirino anche Biden chiamato «nazista» e «servo del sionismo». Mentre dai megafoni continuava il ritornello: «Palestina immortale dal fiume al mare» e «Popoli in rivolta fanno la storia, intifada fino alla vittoria». Attacchi anche al governo e alla sua politica interna con dimostranti che gridavano: «No allo stato di polizia, no al ddl 1660». Nel mirino l’alleanza atlantica dalla quale si chiedeva l’immediata uscita. Molti gli slogan degli studenti. «Rovesciamo il governo, rovesciamo il paese», «siamo tutti anti-fascisti» e «studenti contro guerra e repressione», erano le frasi più gettonate. Intanto man mano che le bandiere palestinesi attraversavano le vie dello shopping al suono della musica araba trasmessa a tutto volume, commercianti e clienti uscivano dai negozi per assistere di persona allo spettacolo. Altri però hanno preferito abbassare le saracinesche, soprattutto dopo avere sentito l’esplosione di qualche petardo e visto i manifestanti accendere fumogeni. «Non era il caso di autorizzare questa pagliacciata sotto Natale», ha spiegato il proprietario di una boutique, «anche mezza giornata persa pub incidere negativamente sul bilancio della mia attività». Stessa perplessità da parte del proprietario di un bar alla moda: «Hanno bloccato tutto e non è entrato nessuno per quasi un’ora», ha raccontato, «anche i clienti si sono spaventati e non hanno consumato nulla». Inferociti poi i milanesi costretti ad andare a piedi. Le corse di tram e bus erano state infatti cancellate lungo tutto il percorso della protesta «Come faccio a ritornare a casa?», si chiedeva una donna, piena di regali. Alla fine il corteo è arrivato davanti al Castello Sforzesco e i centri sociali hanno dato l’assalto alla statua di piazza Cairoli per appendere un manifesto con la scritta: “A pieno regime, no Ddl paura”. I giovani hanno continuato a urlare: «Governo Meloni non ci rappresenti» per poi disperdersi e, con sollievo dei milanesi, chiudere finalmente la manifestazione. Di Alessandro Aspesi