13 Dicembre 2018

Il furto delle 20 pietre d’inciampo a Roma ha una matrice antisemita

Luogo:

Roma

Fonte:

Il Messaggero edizione di Roma

Autore:

Michela Allegri

Pietre d’inciampo rubate «Ripresi i responsabili» I pm: matrice politica

I carabinieri acquisiscono le immagini sul furto delle 20 targhe a Monti. La procura: «È stata un’azione di stampo antisemita»

Attraversano via Madonna dei Monti a mani vuote, in piena notte, si dirigono verso il punto in cui sono state divelte e rubate venti pietre d’inciampo dedicate alle vittime dell’Olocausto. Poi, una decina di minuti dopo, fanno il tragitto inverso e uno dei due stringe in mano una grossa busta di plastica, piena. Il filmato delle telecamere di sorveglianza di un negozio del rione Monti, situato a pochi metri da dove sono state rubate le targhe, immortale due giovani che, per la Procura, potrebbero essere gli autori del furto. Un gesto che, per gli inquirenti, ha una chiara matrice politica – estrema destra antisemita – ed è aggravato dall’odio razziale. Se si fosse trattato di un semplice atto di danneggiamento, infatti, le pietre sarebbero state divelte e lasciate in terra. E, considerando lo scarso valore economico – mentre quello simbolico è rilevantissimo – gli inquirenti ritengono improbabile che il furto sia stato commesso per rivendere “il bottino” e guadagnare.

IL FILMATO

Agli atti dell’inchiesta del procuratore aggiunto Francesco Caporale, da ieri c’è anche il filmato che immortala i possibili responsabili. L’hanno trovato i carabinieri della Compagnia Roma Centro, che indagano sul caso e che hanno anche sentito i residenti e i titolari degli esercizi commerciali. Nessuno, a quanto sembra, si sarebbe accorto di nulla. Circostanza verosimile, visto che il furto è stato commesso tra l’una e le cinque di notte, tra sabato e domenica. Nessuna telecamera punta direttamente sul tratto di strada di fronte al civico 82 di via Madonna dei Monti, dove le targhe – che hanno la dimensione di un sampietrino – erano state poste proprio davanti ai portoni per ricordare le vittime deportate da quei palazzi. In altri filmati acquisiti dagli inquirenti si vedono circa dieci giovani, che però non avrebbero atteggiamenti sospetti, anche se non è escluso che possano avere collaborato con gli autori del furto. A insospettire chi indaga, è la grossa busta di plastica portata a mano da uno dei due giovani immortalati dalle telecamere: sembra pesante e potrebbe contenere proprio la refurtiva e gli attrezzi utilizzati. Ora, gli investigatori stanno tentando di identificare i ragazzi. Un’impresa non facile, visto che i fotogrammi non sono nitidi.

IL FURTO

A denunciare lo sfregio alla comunità ebraica, è stata Adachiara Zevi, presidente dell’Associazione culturale Arte e Memoria e curatrice del progetto “Pietre d’inciampo a Roma”, che già in luglio aveva ricevuto una lettera di minaccia. Le targhe, posizionate a Monti nel 2012, erano dedicate alle famiglie Di Castro e Di Consiglio, deportate e assassinate. La vittima più giovane aveva solo tre anni. Gli investigatori stanno verificando se il furto di sabato notte sia collegato a due precedenti: nel febbraio 2014, in via Urbana venne rubata la pietra dedicata a Don Pietro Pappagallo, il sacerdote che si impegnò per proteggere e assistere i perseguitati, mentre nel maggio 2013 vennero divelte le pietre d’inciampo collocate in via Garibaldi.