2 Febbraio 2022

Firenze: tredicenne subisce molestie antisemite

Luogo:

Firenze

Fonte:

La Nazione edizione di Firenze

Nel mirino dei bulli perché ebreo

Tredicenne vittima di offese razziste per le origini del padre. Prima i soprusi dei compagni: ha cambiato scuola Le istituzioni scosse: «Episodi come questi ci spingono a insistere sempre più con la storia»

FIRENZE La sofferenza è come un seme che germoglia lento, sotto pelle. E diventa pianta che aggroviglia l’anima, la stordisce. La rende apatica, incline al dolore, respingente. Ma a volte quel seme partorisce un fiore che nel caso di Marco (nome di fantasia ndr), ragazzino del Campo di Marte di 13 anni porta al riscatto della dignità. Succede che il giovane giovedì scorso, 27 gennaio, giorno della Memoria, si veda investito dallo sproloquio malato di un coetaneo del quartiere.

«Te e la tua famiglia siete solo degli ebrei di m…». Una coltellata al codice emotivo di un ragazzino, già preso di mira in passato da bulletti vari ed eventuali del rione. Marco però ha un sussulto e tira fuori una reazione ben più grande dei suoi anni: «Vergognati di quello che hai detto, se ci fossi stato te nelle camere a gas dei nazisti non ti verrebbero mai in mente queste parole» dice allo ‘pseudo’ amico e aggiunge pure: «Non ne voglio più sapere nulla».

Parole che gonfiano il petto della mamma, «orgogliosa del mio ragazzo che ha difeso la religione di suo padre». Un riscatto di cuore e orgoglio che polverizza ogni passata umiliazione. Sì perché la storia di Marco, intelligente e sensibile, ha un prologo infarcito di piccole cattiverie quotidiane messe in atto da alcuni bulli – uno in particolare e cioè l’autore dell’ultima offese – già dalla prima media alla Dino Compagni di via Sirtori, al Campo di Marte.

«Mio figlio è un po’ sovrappeso e per questo è stato subito preso di mira una volta iniziata la scuola. – racconta la mamma – Gliene sono state fatte di tutti i colori tanto che alla fine, un po’ per la Dad che ha complicato molto la vita dei ragazzi e un po’ per la paura di tornare in classe, ha finito per chiudersi in se stesso, isolandosi nella sua stanza. A lungo ho cercato di parlare con la dirigente scolastica per cercare di trovare una soluzione ma non sono mai riuscita ad avere un appuntamento». Da scuola, tuttavia, non ci sarebbero al momento conferme che i vertici fossero a conoscenza degli spiacevoli episodi avvenuti ai danni di Marco.

Marco finisce la seconda media (durante la quale viene anche seguito da uno psicoterapeuta) ma di tornare alla Dino Compagni per l’ultimo anno non ne vuol sapere. «Lo abbiamo spostato in una scuola privata in centro e ora finalmente è felice e sta bene». Tutto ok dunque, tranne l’inqualificabile episodio di giovedì scorso. Tutto avviene stavolta lontano dalla Dino Compagni. Sì perché Marco, pur frequentando un altro istituto, resta comunque un ragazzino di quartiere e, si sa, i luoghi d’incontro degli adolescenti son più o meno sempre quelli. Ecco che dunque il bulletto si ripresenta e stavolta non trova di meglio che offendere Marco e la sua famiglia con quella frase oscena. Ma il piccolo germoglio d’uomo con la sua risposta, pronta e carica di dignità, ha vinto la sua sfida più importante. di Emanuele Baldi