Luogo:
Firenze
Fonte:
Il Foglio
Firenze antisemita
Il caso dei post del social media strategist delle Biblioteche comunali. “Brutte clima in città”
Roma. “Che una persona che cura la comunicazione delle biblioteche fiorentine esprima commenti di natura antisemita è una vera e propria vergogna. Eppure, purtroppo, descrive molto bene il brutto clima che si respira in città. Continueremo a chiedere risposte alla sindaca e al comune, perché in questi mesi non le abbiamo ricevute”. L’ex vicepresidente del Consiglio comunale di Firenze Emanuele Cocollini sta parlando di Giuseppe Flavio Pagano. Fotografo, attivista e influencer pro Palestina, Pagano da social media strategist delle Biblioteche comunali ha continuato a postare negli scorsi mesi sui suoi profili social commenti del genere: “Curioso che gli stessi assassini del Cristo duemila anni dopo si vogliano intestare la paternità etnica di Gesù. Tutto fa brodo nella cultura millenaristi dei fasci sionisti”. Oppure ancora: “Io proporrei di andare a corcare Ernesto Galli Della Loggia, autore di questo infame articolo oggi sul Corriere, con il fine superiore di avviare una progressiva pulizia morale del giornalismo italiano”. Chiedendosi, tra le altre cose, se non fosse il caso di assaltare le ambasciate, per esempio quella americana, con le molotov. Questo perché “le manifestazioni classiche di protesta hanno fatto il loro tempo”. Cosa che è poi fattualmente accaduta. Cocollini, che ha finito la consiliatura fiorentina nelle file del Centro dopo essere fuoriuscito dalla Lega, riveste adesso il ruolo di presidente dell’associazione Italia-Israele di Firenze, ed è il primo che ha fatto le dovute verifiche su Pagano. “Abbiamo fatto un accesso agli atti e ci è stato risposto che lavora presso Coopculture, una delle cooperative che lavorano in appalto per le Biblioteche. Non è quindi un dipendente comunale, ma alle richieste rivolte anche verso il sindaco Nardella non abbiamo ottenuto risposta”. “E’ anche per questo che avevamo chiesto di internalizzare questo tipo di servizi, evitando affidamenti a cooperative esterne all’amministrazione”, ha spiegato al Foglio il capogruppo uscente di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale Alessandro Draghi. Fatto sta che secondo una verifica del Foglio a Pagano sarebbe stata inoltrato un richiamo ufficiale da parte del dipartimento Cultura, che gli avrebbe intimato di rimuovere un certo numero di post. Una specie di lavata di testa. Ma in quanto dipendente di Coopculture, Pagano lavora ancora presso la Biblioteca delle Oblate, nel centro della città. Come detto però il caso del social media strategist si inserisce in un più complessivo quadro a tinte sempre più fosche per quel che riguarda gli episodi di antisemitismo registrati a Firenze. “Purtroppo si respira un brutto clima. Il caso di Pagano non è isolato”, spiega ancora Cocollini. “Ci sono le continue minacce nei confronti di Marco Carrai, presidente della fondazione Meyer. Ma anche altri episodi. Ad esempio l’ultimo 25 aprile come associazione Italia-Israele abbiamo regalato delle copie del Foglio, che aveva la stella di David in copertina. Siamo stati vittime di contestazioni da parte di alcuni soggetti e ci sono stati momenti di tensione”, racconta ancora l’ex consigliere. “In più, sempre all’interno nella nostra associazione, ci sono professori universitari che ci hanno raccontato l’impossibilità di fare lezione se non con la Digos alla porta. E’ qualcosa di allucinante”. Nelle prossime ore la nuova sindaca Sara Funaro, esponente del Pd locale, comporrà la giunta che inaugurerà ufficialmente il post Dario Nardella. Per l’assessorato alla Cultura, che è quello che interviene su casi come quello di Pagano, si è fatto anche il nome di Tommaso Sacchi, che era già stato assessore a Firenze e poi è andato ricoprire lo stesso incarico a Milano con Beppe Sala. Chissà se al di là del richiamo ufficiale nei confronti di Pagano, la nuova amministrazione arriverà a conclusioni ancor più radicali.
di Luca Roberto