Luogo:
Firenze
Fonte:
Corriere della Sera edizione di Firenze
Stella di David a Giurisprudenza Il prof: gesto che mi disorienta
Il docente sotto minaccia: non sono ebreo. Acquisite le immagini delle telecamere
«È un gesto che mi lascia disorientato: ho difficoltà a darmi una spiegazione credibile, se non che si tratti dell’azione di uno sconsiderato». A parlare è il docente dell’Università di Firenze che si è visto incidere un Stella di David sulla porta dell’ufficio, a Giurisprudenza. «Non sono ebreo, condivido la posizione del nostro Senato accademico sul cessate il fuoco in Palestina, non sono in alcun modo ascrivibile né dal punto di vista religioso né politico al sionismo. Di recente ho organizzato la presentazione del libro “Caccia ai nazisti” di Marco De Paolis, magari potrei aver dato fastidio a qualche neonazista. Ho anche lontani parenti con posizioni sioniste, ma dubito che chi non sa scrivere con l’ortografia corretta “Achtung Juden”, come è stato fatto sotto la Stella di David, sia così sveglio da poter scoprire i miei legami famigliari», dice il docente che oggi sarà sentito in Questura, con la Digos che ha già acquisito le immagini della videosorveglianza. «E una vicenda che ci ha turbato e che non pensavamo di dover vivere», dice Irene Stolzi, direttrice del dipartimento di Scienze giuridiche: «Non c’è solo la condanna per il gesto, ma anche l’impegno a potenziare le nostre attività volte a promuovere la cultura del pluralismo», aggiunge. «Un gesto vile — commenta la rettrice Alessandra Petrucci — non ci faremo intimorire». Parole di condanna anche dalla ministra dell’Università Anna Maria Bernini: «Un atto disgustoso, un tentativo vergognoso di riportare indietro le lancette della storia che fa orrore. Sono accanto al professore e a tutto l’Ateneo». «È un episodio gravissimo che denota un clima di odio crescente. Sono profondamente colpito», dice il sindaco Dario Nardella. Per Enrico Fink, presidente della comunità ebraica fiorentina, «stiamo vivendo un clima molto brutto: io comprendo manifestare per la pace, ma è innegabile che ci sia una aggressività molto evidente verso Israele alle manifestazioni studentesche. Questo clima di intolleranza che rischia di aprire la porta all’antisemitismo». È lo stesso docente vittima del graffito a dare però un’interpretazione diversa: «Mi ha dato fastidio la strumentalizzazione che ne è stata fatta, col tentativo di collegare una protesta politica all’antisemitismo». Intanto continua l’acampada in piazza San Marco a Firenze, mentre a Siena gli studenti hanno deciso di rimuovere le tende. La svolta è arrivata dopoché il rettore Roberto Di Pietra ha acconsentito a una commissione per valutare le relazioni con Israele. di Giulio Gori e Jacopo Storni