Fonte:
Moked.it
Autore:
Ada Treves
“Quel ricco e avaro Giosuè”
“C’erano una volta due fratelli: Giosuè, che era molto ricco, e Biagio, che era invece estremamente povero. Il ricco Giosuè era avaro (in grassetto nel testo) e aiutava malvolentieri il fratello”.
Già la scelta del nome dell’avaro potrebbe suonare curiosa, ma se nell’illustrazione che compare di fianco alla storia il fratello vestito riccamente e con la faccia antipatica porta una evidentissima kippà, è difficile non pensare male. La storia, “Perché il mare è salato”, riduzione (deformazione, in verità) di una fiaba tradizionale norvegese che non contiene alcun accenno antisemita, è pubblicata in un libro scolastico dedicato a chi frequenta il terzo anno della primaria di primo grado.
In un sussidiario per la terza elementare pubblicato a settembre 2014.
Non nel 1938.
Non sono bastate quattro autrici, Maria Chiara Laccetti, Nadia Negri, Roberta Pagano e Marianna Valerio e un piccolo editore milanese del gruppo Giunti, Gaia Edizioni, per rendersi conto che Mio. Il mio viaggio nel mondo delle parole presenta come assolutamente normale il peggiore degli stereotipi dell’antisemitismo. A bambini di otto anni. A scuola.
Difficile pensare a una precisa volontà antisemita, che sarebbe forse più semplice da affrontare, gestire, stigmatizzare e infine bloccare: questo sussidiario mostra come un certo modo di pensare sia ormai entrato nella normalità al punto da superare le letture e riletture, i controlli e le verifiche che accompagnano l’uscita di ogni testo scolastico senza che nessuno abbia avvertito la necessità di segnalare un tale pericolosissimo particolare: sia nel testo che nell’illustrazione che lo accompagna il cattivo, l’avaro, l’egoista è immediatamente riconoscibile come ebreo.
È allora ironico leggere sul sito dell’editore che “Gaia Edizioni è una giovane realtà editoriale che si rivolge alla Scuola Primaria con lo scopo di offrire ai docenti efficaci e aggiornati strumenti di lavoro e agli alunni percorsi di apprendimento motivanti e personalizzati”. O, ancora, che “Libri, quaderni operativi, guide didattiche materiale e strumenti pubblicati sono il risultato del lavoro di collaborazione di insegnanti ed esperti di diverse realtà italiane, particolarmente attenti alle novità e alle esigenze di una scuola in costante trasformazione”. Quello che non pare essere cambiato, invece, è quell’antisemitismo strisciante che in questo caso è portato direttamente nel primo luogo deputato a combattere ogni discriminazione, nelle aule dove si formano gli adulti di domani.