Fonte:
La Repubblica
Autore:
Anna Lombardi
Attacchi antisemiti allarme negli Usa Biden: “Devono cessare”
Aggressioni fisiche e vandalismi aumentati del 75% con il conflitto tra Israele e Hamas
New York – Il mattone contro la finestra di una sinagoga a Skokie, Illinois. Le minacce contro un’intera famiglia: «Muori ebreo, ti violentiamo moglie e figlia» a Bal Harbour, Florida. E poi la gang di sei persone che in pieno giorno ha attaccato a MidTown, Manhattan, Joseph Borgen, 29 anni e la kippah sulla testa, spruzzandogli spray al pepe in faccia a pestandolo poi con una stampella di metallo urlandogli: «Hamas vi farà fuori tutti» (due di loro sono stati arrestati). Episodi non isolati. E se nella sola New York gli attacchi a persone, negozi e sinagoghe sono stati così numerosi da spingere il sindaco Bill de Blasio a rinforzare la sorveglianza di luoghi di culto e centri ebraici, l’allarme riguarda l’intero il paese. Fra il 10 e il 22 maggio, nei giorni più caldi del conflitto esploso fra Israele e Gaza dove 267 persone sono morte (254 palestinesi, 13 israeliani) violenze antisemite sono state infatti registrate a Los Angeles, Chicago, Salt Lake City, Tucson e molte altre città. Tanto che perfino Joe Biden è intervenuto: «L’odio antisemita non ha diritto di cittadinanza né qui né altrove». A pure il leader progressista Bernie Sanders, il senatore del Vermont autore pochi giorni fa di un editoriale sul New York Times dove affermava «Palestinian Lives Matter», le vite dei palestinesi contano, lo ha ribadito: «Condanniamo uniti le violenze antisemite» ha detto intervenendo al Congresso. «In coincidenza con le due settimane di conflitto, abbiamo registrato in America 222 episodi di violenza antisemita. Un aumento del 63 per cento rispetto alle due settimane precedenti, quando erano stati 127. E se compariamo i 124 attacchi della settimana fra 17 e 23 maggio, ai 59 di quella fra 26 aprile e 2 maggio, l’aumento è addirittura del 75 per cento» dice a Repubblica Jessica Reaves, direttore editoriale del Center on Extremism della Anti-Defamation League, no profit che da11913 monitora gli episodi di odio antiebraico in America. «L’antisemitismo qui c’è sempre stato ma torna prepotente ogni volta che c’è un conflitto in Medio Oriente. E un odio meno ideologico di quello radicato in Europa, più “ignorante”, perché si fa una gran confusione fra ebrei americani, spesso liberal e con simpatie dem, e governo 222 Gli episodi Da quando è esploso il conflitto tra Israele e Hamas il 10 maggio si sono verificati 222 episodi di violenza 59 Prima del conflitto Tra il 26 aprile e il 2 maggio gli attacchi antisemiti sono stati 59 israeliano. Ma non per questo è meno grave». Sono i social a fare da traino: «E non piattaforme come 4Chan e Telegram dove gli estremisti sono di casa. Ma Twitter, Facebook, YouTube. I network dovrebbero assumersi più responsabilità. Insieme ai politici: giacché l’odio è cavalcato da destra come da sinistra. In America oggi tutti odiano tutti. Purtroppo, l’intolleranza scatena solo violenza. Non serve a nessuno. Ecco perché non possiamo far passare gli ultimi episodi sotto silenzio». Anche per questo quattro deputati dem, Josh Gottheimer, Elaine Luria, Katy Manning e Dean Phillips hanno scritto una lettera a Biden chiedendogli di nominare una sorta di ambasciatore generale che monitori e combatta l’antisemitismo. Mercoledì sera, alla Casa Bianca, c’è stato un incontro con 5 no profit cui ha partecipato pure il “second gentleman” Douglas Emhoff, marito di Kamala Harris che è appunto ebreo. «Col cessate il fuoco gli attacchi gradualmente diminuiranno» conclude Reaves. «Ma non illudiamoci. Pure quando non finisce in prima pagina l’antisemitismo cova. Dobbiamo fare di più». 2024 I casi l’anno scorso Nel 2020 l’Anti-Defamation League ha registrato negli Usa 2.024 episodi di violenza.