Fonte:
www.mosaico-cem.it
Autore:
Nathan Greppi
USA: dopo 18 mesi di guerra, l’odio antisraeliano nei campus è ancora forte
L’odio per Israele nelle università americane non viene nascosto, ma anzi ostentato in conferenze, social media e e-mail. E la situazione sta solo peggiorando. A fare da sfondo, un’ideologia woke che vede negli ebrei e israeliani i bianchi privilegiati, e perciò colpevoli. Lo spiegano due esperti.
Nell’ultimo anno e mezzo, le manifestazioni d’odio nei confronti degli ebrei e Israele sono aumentate esponenzialmente nelle università americane, e in particolare in quelle della Ivy League. Secondo un sondaggio dell’ADL, l’83% degli studenti ebrei negli Stati Uniti ha sperimentato o assistito a episodi di antisemitismo dopo gli attacchi di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023, e il 66% non ha fiducia nella capacità della propria università di prevenire tali incidenti. Sempre secondo l’ADL, nell’anno accademico 2023-2024 si sono verificati più di 1.400 episodi di antisemitismo nei campus americani, un record storico senza precedenti.
Analogie e differenze con il passato
«Gran parte di ciò che si è visto nelle università dopo il 7 ottobre l’abbiamo già visto in passato -, spiega a Mosaico la storica Linda Maizels, direttrice del Programma di Studi sull’Antisemitismo dell’Università di Yale (noto come YPSA in inglese) -. Ciò che è cambiato è l’intensità di questo fenomeno, ad esempio rispetto ai tempi della Seconda Intifada nei primi anni 2000. Inoltre, molte proteste verificatesi dopo il 7 ottobre non erano più solo filopalestinesi e antisraeliane, ma anche filo-Hamas. Qualcosa che non si era mai visto con questa intensità nelle manifestazioni precedenti al 7 ottobre».
Alla radice di questo astio, secondo lei vi è quantomeno negli Stati Uniti «un paradigma che dice che gli ebrei sono bianchi e privilegiati, ed estende questi connotati a Israele. In questo modo, Israele viene percepito come uno Stato bianco, privilegiato e coloniale. E siccome gli ebrei vengono visti come privilegiati, vi è un forte astio nei loro confronti, che si accompagna ad una profonda ignoranza sulla storia dell’antisemitismo, che si manifesta nella decisione di non dare voce agli ebrei nei campus. Siccome sono visti come privilegiati, si dà per scontato che siano nel torto. E a causa di ciò, si diffondono stereotipi antisemiti sugli ebrei come agenti dell’establishment che controllerebbero il denaro, i media e il governo, così come sugli ebrei accusati di essere favorevoli al genocidio e assetati di sangue».
Alleanze pericolose
Rispetto alle settimane immediatamente successive al 7 ottobre, «la situazione sta solo peggiorando», ci spiega il criminologo Robert R. Friedmann, docente emerito di Giustizia Penale alla Georgia State University e direttore del GILEE (Georgia International Law Enforcement Exchange). Aggiunge che l’odio verso Israele «non viene nascosto, ma ostentato pubblicamente in conferenze, e-mail e post sui social. Ma Israele è solo un pezzo di un mosaico più grande, perché quella che vediamo è sostanzialmente un’alleanza tra gli islamisti radicali, da non confondere con i musulmani, e l’estrema sinistra. Questi due mondi cooperano perché convinti di avere degli interessi comuni».
L’alleanza tra questi due mondi si fonda sull’intersezionalità, ossia sull’idea secondo la quale «essi avrebbero in comune il fatto di essere oppressi. Questa visione attrae molti giovani, facendo loro credere che tutto ciò per cui l’Occidente si batte sia cattivo, e che il socialismo sia migliore del capitalismo».
Friedmann sostiene che sul lungo termine questi due mondi, gli islamisti e la sinistra radicale, entreranno in conflitto, perché le loro ideologie sono troppo divergenti. «Per fare un esempio, di recente c’è stata una manifestazione LGBT a New York, dove però hanno dichiarato che ‘i sionisti non sono ammessi’ ed esposto striscioni con slogan come ‘Queers for Palestine’. In questo modo, hanno ostracizzato gay e lesbiche ebree. Quando è successo, gli ebrei LGBT hanno fatto una loro manifestazione separata da quella principale. Qualcuno ha fatto notare che dire ‘Queers for Palestine’ è come dire ‘Chickens for KFC’, in quanto gli omosessuali non sono tollerati a Gaza».
Foglie di fico
Per respingere le accuse di antisemitismo, gli attivisti pro-Palestina hanno spesso strumentalizzato quelle frange radicali e minoritarie in seno al mondo ebraico che sono ostili al sionismo, come il gruppo JVP (Jewish Voice for Peace). «A prescindere dal fatto che siano realmente ebrei o meno, decisamente non sono per la pace, o meglio sono per una pace senza Israele –, spiega Friedmann -. In un loro report, hanno accusato gli Stati Uniti di mandare poliziotti in Israele per addestrarli ad uccidere le minoranze in America come i poliziotti israeliani farebbero con i palestinesi. Si tratta di una tesi complottista priva di fondamento».
Uno dei programmi che si occupano degli scambi tra poliziotti americani e israeliani attaccati dai propal è realizzato proprio grazie al GILEE, di cui Friedmann è il direttore. «La loro è una narrazione orwelliana, che ci accusa di commettere un genocidio a Gaza». Per questo, il GILEE ha ricevuto numerosi attacchi, «tra post, manifestazioni, articoli e petizioni che chiedono la chiusura del nostro programma. Ma sono contento di poter dire che l’università ci sostiene, così come la comunità in generale. Quelli che ci attaccano sono una minoranza rumorosa, anche se oggi sono più numerosi di un tempo».
La situazione post-elezioni
A dispetto di tutti questi fatti, diversi atenei hanno iniziato a prendere le dovute contromisure al fine di contrastare le manifestazioni d’odio e di intolleranza. Inoltre, l’attuale presidente americano Donald Trump ha iniziato a tagliare i fondi alle università come la Columbia che hanno lasciato proliferare l’odio antiebraico e antisraeliano.
«Per decenni gli ebrei americani hanno votato principalmente per il Partito Democratico – spiega Maizels -. Tuttavia, molti di loro oggi si sentono a disagio con un partito dove stanno emergendo posizioni che sembrano antisemite, nonostante sia loro che i loro genitori e nonni avessero sempre votato per i democratici. Ma anche se sta crescendo quella minoranza di ebrei di destra che votano per il Partito Repubblicano, così come la componente degli ebrei ortodossi, la maggioranza vota ancora democratico”.
Per questo motivo, quando l’Amministrazione Trump decide di minacciare le università di togliere i fondi se non cambiano atteggiamento, «molti ebrei americani si sentono profondamente a disagio con tutto ciò. Quello che pensano è che, anche se esiste un problema di antisemitismo, non sono necessariamente d’accordo con il modo in cui questa amministrazione cerca di risolverlo. Di conseguenza, gli ebrei liberal si ritrovano schiacciati tra due estremismi, a destra e a sinistra”.
In una precedente intervista rilasciata a Mosaico nel novembre 2023, Friedmann spiegava che negli Stati Uniti le organizzazioni estremiste possono diffondere odio grazie alla libertà di parola garantita dal Primo Emendamento della Costituzione americana. Tuttavia, di recente ci sono stati casi di studenti stranieri che studiavano negli Stati Uniti con un visto, i quali sono stati arrestati o hanno subito l’estradizione per aver fomentato disordini e istigato all’odio e alla violenza negli atenei.
«L’attuale governo sta mostrando poca tolleranza verso questo tipo di atteggiamento, e stanno facendo pressione sulle università affinché non lo accettino più – spiega Friedmann -. Il problema è che diversi atenei non stanno applicando appieno il codice di condotta per gli studenti, per cui se sei uno studente straniero negli Stati Uniti e violi il codice di condotta il tuo visto dovrebbe essere revocato e tu dovresti essere espulso. Ma molti atenei non lo fanno, anche se le loro regole lo prevedevano già da prima che questo governo prendesse posizione in merito. Pertanto, non credo che nel breve termine la situazione migliorerà”.