Fonte:
Il Foglio
L’odio della sinistra per Israele nacque all’ombra del Muro di Berlino
II nuovo formidabile libro di Jeffrey Herf svela le campagne ideologiche e terroristiche che la Ddr orchestrò contro “i sionisti’.
Il nuovo, profondo, libro dello storico Jeffrey Herf, dimostra come il terrorismo della sinistra tedesca contro Israele non era una tattica, ma piuttosto era parte della strategia di una guerra a lungo termine per distruggere lo stato ebraico”. L’analisi accademica e dei media sullo stato comunista della Germania dell’est ormai defunto, e sui gruppi estremisti della Germania dell’ovest, finora non erano riusciti a capire in profondità la loro guerra continua contro Israele (e si potrebbe dire contro gli Stati Uniti). Adesso arriva lo studio monumentale di Herf: “Undeclared Wars with Israel. East Germany and the West German Far Left, 1967-1989″ (Cambridge University Press). Per capire la Ddr si deve conoscere la sua opposizione alla filosofia su cui si basa la fondazione dello stato ebraico, vale a dire, il sionismo. Herf scrive: “La dittatura della Germania dell’est era un tipo diverso di dittatura rispetto a quella nazista che l’aveva preceduta, ma, sia pure per ragioni diverse, è diventata una seconda dittatura che ha considerato il sionismo come un nemico”. Herf analizza ripetutamente con grande ironia la vuota retorica antifascista della Ddr e dei tedeschi occidentali estremisti. “I leader del regime, molti dei quali avevano combattuto il nazismo, avevano interiorizzato il mortale antisemitismo di Hitler, e questo li ha inesorabilmente spinti a volere la distruzione di Israele. La Ddr ricorda la famosa frase di Bertolt Brecht : Il ventre da cui nacque (quel mostro) è ancora fecondo”. Herf fornisce la prova esaustiva di forniture militari segrete della Ddr ai nemici di Israele in medio oriente, tra cui il regime di Hafez al Assad in Siria, un partner strategico per la Germania orientale. Prendiamo per esempio il periodo 1970-1974, in cui “la Germania dell’est ha consegnato circa 580 mila armamenti, kalashnikov e mitragliatrici, alle forze armate d’Egitto e Siria, curato la manutenzione e riparazione circa 125 dei loro aerei da combattimento Mig e consegnato milioni di proiettili, molte migliaia di lanciarazzi, granate anticarro e mine, e milioni di cartucce”. Herf ha scavato con grande accuratezza negli archivi tedeschi per ottenere informazioni sul terrorismo di stato della Ddr. Nella sua analisi sul Generale Heinz Hoffmann, potente Ministro della Difesa della Ddr, si coglie perfettamente l’alleanza di stile stalinista tra la Germania socialista e i dittatori del medio oriente nei primi anni Settanta. Hoffmann aveva parlato ai suoi interlocutori iracheni di “punti in comune della nostra lotta contro l’imperialismo e il sionismo”. Uno dei tanti nuovi contributi di Herf nello scandagliare il terrorismo di stato della Ddr è quella che lui chiama “la definizione eurocentrica del contro-terrorismo della Germania dell’est”. Un elemento di questa definizione è stata la politica equivoca riguardo alle organizzazioni terroristiche palestinesi. La Ddr aveva fornito armi e addestramento sofisticati ai palestinesi in cambio della loro astensione dal compiere attacchi terroristici in Europa occidentale. “In altre parole, la Ddr in gran parte subappaltava la sua guerra contro gli ebrei agli arabi del medio oriente”. Tuttavia, i tedeschi dell’est, intenzionalmente o inconsapevolmente, nel 1986 hanno permesso ai libici di distruggere a colpi di bombe La Belle, una discoteca a Berlino ovest, uccidendo tre persone, di cui due soldati americani, e ferendone altre 229, tra cui 79 addetti militari degli Stati Uniti. Sulla base del materiale d’archivio non è possibile stabilire un collegamento concreto tra il gruppo palestinese Settembre Nero, l’uccisione di undici atleti israeliani e il servizio di polizia tedesca alle Olimpiadi di Monaco nel 1972. Tuttavia, quando il muro di Berlino è crollato nel 1989, i funzionari della Stasi e altro personale della Ddr avevano provveduto a distruggere una enorme quantità di documenti. Ulrike Meinhof, la militante di estrema sinistra della Germania occidentale, forse la più famosa terrorista tedesca al tempo del gruppo terrorista Baader Meinhof, era euforica per la strage degli israeliani. Il suo saggio che celebra gli assassini degli atleti israeliani, è stato definito da Herf come “uno dei documenti più importanti della storia dell’antisemitismo in Europa dopo la Shoah”. La Meinhof aveva definito l’attacco di Settembre Nero “antimperialista, antifascista e internazionalista”. L’attacco di Monaco era diretto contro il “nazifascismo di Israele”. Herf mostra anche acutamente la frattura evidente tra la retorica della Germania ovest e l’azione, scrivendo: “La posizione neutrale della Germania ovest … fu pari a una scelta di parte a favore degli stati arabi”. Il libro è denso di nuove analisi sulla letale politica estera antisemita della Ddr e sulla mortale socio-psicologia degli estremisti della Germania occidentale. L’ossessione in molti settori delle élite tedesche per lo sterminio degli ebrei durante la Shoah e l’odio per Israele nacque allora. Nacque allora anche la violenza ideologica della sinistra verso il piccolo stato ebraico. Purtroppo, il libro di Herf non ha scalfito la sinistra tedesca. Il Partito della Sinistra, successore del Partito Socialista Unificato della Ddr, è oggi il più grande partito di opposizione nel Bundestag e continua la tradizione di aggressione nei confronti di Israele. Il Partito Socialdemocratico, partner di coalizione della Cancelliera Angela Merkel, ha formato una “partnership strategica” con l’organizzazione palestinese Fatah che inneggia all’uccisione di israeliani. Questo libro indispensabile va letto e diffuso, introduce una più profonda comprensione della guerra della sinistra contro Israele. Il libro di Herf dovrà per questo trovare al più presto un editore tedesco disposto a tradurlo e pubblicarlo.