Un dibattito per contrastare l’antisemitismo negli atenei italiani
di Stefano Parisi
Un appuntamento a Milano, organizzato da Setteottobre e Adei Wizo, per contrastare la marea montante del negazionismo pro Hamas, e per parlare di come le università un tempo luoghi di libero confronto sono diventate spazi di intolleranza e censura (26 febbraio, ore 18, in Via Fabio Filzi 22)
Nel suo ultimo libro scritto nel 2020, “Morality” in cui analizza le cause e gli effetti del cambiamento climatico culturale che investe l’occidente democratico, Jonathan Sacks dedica un capitolo all’Università. Racconta di quanto l’istruzione universitaria gli abbia donato: la disponibilità a udire idee totalmente diverse da quelle su cui era stato educato, a prenderle seriamente in considerazione, a esporre le proprie teorie a una valutazione critica degli altri. Quell’università era uno spazio sicuro. Ma oggi, secondo Sacks, i campus universitari in tutto l’Occidente sono diventati luoghi di intolleranza, anche violenta.
Dopo il 7 ottobre 2023, sappiamo quanto questa situazione sia ulteriormente degradata. Sappiamo che in questi sedici mesi, nei principali atenei italiani, è stata consentita l’organizzazione di eventi di propaganda dell’Islam radicale, nel corso dei quali viene distorta la verità storica, viene normalizzato il pogrom del 7 ottobre come atto di resistenza dei palestinesi contro l’occupazione israeliana.
Si impone con la violenza e il sopruso una cultura antioccidentale e antisemita che basa le sue argomentazioni su falsi storici, false notizie di cronaca, manipolazione della realtà e analisi non veritiere. Sappiamo anche che, adducendo motivi di sicurezza, l’accademia nega le aule universitarie a eventi che cercano di contrastare tale propaganda, di approfondire la crisi medio orientale, sentire le diverse voci, cercare di confrontare opinioni differenti. Sappiamo che in molte università italiane, a un ebreo è vietato parlare.
È un fenomeno diffuso: la propaganda violenta e arrogante trova terreno fertile in un sistema universitario che non riconosce più i valori dell’umanesimo classico, ma che coltiva e protegge la diversità come valore su cui si basa il modello formativo.
La libertà di coltivare le proprie convinzioni anche se non basate sulla verità, ha imposto la marginalizzazione, se non la messa al bando, dei processi scientifici di ricerca della verità e di analisi critica. Le narrazioni prendono il posto della storia. Professori, messi ai margini o allontanati dall’attività universitaria, perché le loro opinioni non coincidono con quelle dei gruppi di studenti più aggressivi e violenti.
A questi fenomeni hanno contribuito certamente la stessa formazione ideologica di una parte consistente dell’accademia, ma anche la diffusione dei social media come unica fonte di informazione dei giovani. Questi sono immersi nella bolla ideologica dove viene coltivata la menzogna, amplificata con i più moderni sistemi di edulcorazione della realtà, dove il negazionismo diventa regola di comportamento per amplificare a dismisura la propria audience. Questi fenomeni, esplosi in tutto l’Occidente dopo il 7 ottobre, hanno radici lontane nella storia della seconda metà del secolo scorso e trovano un terreno molto fertile nei sistemi di comunicazione digitale e di informazione. Tutto ciò ha comportato la perdita di etica nella funzione didattica, nella funzione giornalistica e forse anche in quella genitoriale.
La scuola e l’università dovrebbero essere i luoghi dove si conservano e si diffondono i valori liberali dello spirito critico, dello studio come ricerca della verità, del rispetto per le idee, della libertà del pensiero, della critica, della controversia, sono i luoghi dove si consuma il continuo tentativo di capire il tempo nel quale si vive, ma oggi hanno abdicato a questa funzione. Guardare in faccia a questa realtà, denunciare questo stato di cose, proprio partendo dal punto più basso raggiunto in questi mesi, è l’unico modo per salvare l’occidente dal suo declino.
L’associazione Setteottobre e Adei Wizo di Milano, hanno organizzato questo evento che si terrà a Milano in Via Fabio Filzi 22 alle ore 18 di mercoledì 26 febbraio.
Stefano Parisi è il presidente di Associazione Setteottobre