Fonte:
Repubblica
La decisione di Twitter di non rilasciare più i report sulle misure implementate per combattere la disinformazione apre un nuovo fronte tra azienda e Unione europea. “Twitter ha fatto un errore” ad abbandonare il Codice di condotta Ue sulla disinformazione “scegliendo la strada più difficile, quella dello scontro. La Commissione ne prende atto: il Codice è volontario, ma abbandonandolo Twitter ha attirato molta attenzione e le sue azioni e il rispetto delle regole Ue saranno controllate vigorosamente e urgentemente”. Lo ha dichiarato la vice presidente della Commissione europea, Vera Jourova.
Cos’è il codice di Condotta e perché è importante
La partecipazione al codice di condotta non è obbligatoria, ma gli obiettivi dell’iniziativa, nata nel 2018, sono inclusi nel Digital Services Act. La lotta alla disinformazione diventerà un obbligo legale nell’Ue a partire dal 25 agosto, quando entrerà in vigore il Digital Services Act europeo, che impone alle piattaforme di adottare misure anche su trasparenza e moderazione dei contenuti.
Abbandonando il Codice – ha precisato Jourova – Twitter “ha raccolto su di sé molta attenzione” e ora il rispetto delle leggi europee da parte sua (la nuova legge sui servizi digitali che entrerà in vigore il 25 agosto, ndr) sarà oggetto di “attento scrutinio”.
“Se Twitter vuole operare in Europa deve rispettare le nostre norme”
“Se Twitter vuole operare e fare soldi nel mercato europeo deve rispettare le nostre norme e prendere le misure appropriate”, ha aggiunto sottolineando come al momento non si stia vivendo una situazione normale poiché Mosca “vuole compromettere il sostegno dei nostri cittadini per all’Ucraina e ridurre la fiducia nella democrazia”. Ecco perché “vogliamo che i firmatari del Codice di condotta si preparino per l’arrivo della legge sui servizi digitali”.
“Ora abbiamo, credo, 12 nuovi firmatari. Il codice conta complessivamente 44 firmatari, tra cui le principali piattaforme online come Facebook, Google, YouTube, TikTok, tutte collegate tra loro, ma anche l’industria pubblicitaria e la società civile. Oggi abbiamo dato il benvenuto, come ho detto, ai nuovi firmatari, che stanno completando l’idea di avere partecipanti più diversificati nell’ambito del codice di condotta”.