Fonte:
Libero
Ma l’Ue pensa a boicottare Israele
Anche 4 europarlamentari italiani chiedono il diritto di sostenere il sabotaggio contro Tel Aviv
Un attentato terroristico di matrice islamica al giorno, ma il problema è Israele. Almeno secondo il Parlamento europeo che, al solito tetragono agli avvenimenti ed al senso del ridicolo, ha ritenuto di impreziosire una delle settimane più sanguinose da che la jihad ha alzato il tiro nel Vecchio Continente con un’iniziativa dalla ampia discutibilità. Trentadue parlamentari europei – per l’Italia si segnalano gli tsipristi pentiti Barbara Spinelli, Curzio Maltese ed i grillini Fabio Massimo Castaldo e Rosa d’Amato – hanno infatti prodotto un appello (indirizzato all’Alto rappresentante per la politica estera e di difesa comune, l’italiana Federica Mogherini) affinché l’Unione conceda il riconoscimento politico al Bds. Trattasi del movimento internazionale che si batte contro lo Stato ebraico (la sigla sta per “boicottaggio, disinvestimento e sanzioni”). Insieme all’organizzazione, i proponenti chiedono anche che l’Unione usi un occhio di riguardo per uno dei fondatori della medesima, il celebre donor Omar Barghouti, riconoscendone lo status di «difensore dei diritti umani», con lo scopo di «garantire protezione e assistenza adeguate a lui e ad altri difensori dei diritti umani palestinesi, israeliani e internazionali». Se è presto per dire quando l’appello riceverà una risposta da parte delle autorità, non lo è per notare come i favori del pronostico arridano ai proponenti. Da tempo, infatti, l’Unione europea non perde occasione per schierarsi dalla parte dei palestinesi quando non di attaccare direttamente Israele. Il caso più clamoroso è anche quello più recente: nel novembre scorso, un analogo appello ad introdurre un’etichettatura speciale per i prodotti israeliani provenienti dalle colonie era stato rapidamente accolto dalla Commissione. Cui poco importò di avere scritto una delle peggiori pagine del già non esaltante libro delle relazioni tra Israele ed Ue: «Ci dispiace», dichiarò il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, «che la Ue scelga di fare un passo discriminatorio ed eccezionale come questo in un momento in cui Israele si trova ad affrontare un’ondata di terrore diretta contro tutti i cittadini ovunque si trovino». «L’Europa non sostiene alcuna forma di boicottaggio», ebbero la faccia di rispondere da Bruxelles.