Fonte:
Moked.it
Autore:
Daniel Reichel
“Cdec nel cuore della città, una rivoluzione copernicana”
Il trasferimento del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea nell’area del Memoriale della Shoah rappresenta “una rivoluzione copernicana”. Una definizione, quella del direttore del Cdec Gadi Luzzatto Voghera, che non lascia spazio a dubbi sul significato di questo trasloco. “Cambierà per noi il modo di rapportarci con il territorio e con il pubblico. Saremo nel luogo più centrale della città, raggiungibile da chiunque. A due passi da uno snodo chiave come la Stazione centrale, con la possibilità per gli utenti di venire per esempio in giornata da Roma da noi per accedere al nostro archivio o partecipare alle nostre attività”. Per il direttore del Cdec il trasferimento porterà con sé tantissime opportunità. “Inserire un centro studi con una grande tradizione all’interno o se vogliamo a fianco del Memoriale della Shoah avrà ripercussioni strategiche importanti. Dal punto di vista della costruzione dei luoghi della Memoria e che si occupano di Memoria, non credo che in Europa ci siano realtà simili”.
Lasciare l’attuale palazzina di via Eupili, luogo storico per la Comunità ebraica milanese, non è semplice (la palazzina durante il fascismo ospitava una scuola ebraica che, con l’introduzione delle leggi razziste, divenne un’ancora di salvezza per molti studenti e professori). “Ma dobbiamo guardare avanti. Eupili è un luogo carico di significato, ma era anche situato in un’area marginale della città, difficilmente accessibile. Bisognava prendere appuntamento per venire, non c’erano luoghi dove fare effettivamente didattica. Anche lo spazio per fare ricerca era limitato”.
Con la nuova sede tutto questa dinamica cambierà. Rete ferroviaria italiana ha concesso in comodato d’uso al Cdec uno spazio di 250 metri quadrati, collegato direttamente al Memoriale della Shoah e al suo enorme spazio di 7 mila metri quadrati. Da via Eupili arriverà l’archivio con 30mila volumi specialistici sulla storia ebraica e sulle persecuzioni, sia nazionali che internazionali, che andranno a riempire la nuova Biblioteca, tra gli ultimissimi elementi completati del complesso progetto del Memoriale. “Abbiamo 600 metri di scaffali con libri, documenti video, testimonianze e molto materiale, che ora è stato anche digitalizzato e messo a disposizione del pubblico, degli studiosi, dei cittadini che volessero documentarsi”, sottolinea Luzzatto Voghera. Su questo patrimonio di materiale saranno avviate iniziative per renderlo sempre più fruibile. “Abbiamo in cantiere il rifacimento completo della Digital Library con nuove funzionalità, che possano garantire agli utenti di avere facilmente a disposizione la documentazione per lavorarci online, oltre ovviamente alla possibilità di consultare di persona le carte”.
Servirà poi ulteriore spazio per l’archivio del Cdec, in continuo ampliamento. “Più acquistiamo visibilità, più le persone o istituzioni si rivolgono a noi per affidarci documenti. Abbiamo un archivio in crescita, che deve essere analizzato e inventariato”. Ci sarà quindi bisogno in futuro di altri locali per ospitare questa parte di storia ebraica italiana. “Ad esempio, abbiamo avuto da Liliana Segre molto materiale della sua attività di testimonianza. Ci ha regalato un numero impressionante di cose ricevute in quarant’anni di interventi e incontri: dalle lettere dei ragazzi, ai manifesti per le iniziative, ad alcuni premi. Materiale prezioso, ma che dovrà essere catalogato e reso fruibile nel rispetto della privacy”.
Tornando alle sinergie con il Memoriale, l’opportunità che i suoi spazi apriranno al Cdec sono tanti. “L’auditorium Joseph e Jeanne Nissim potrà essere ad esempio utilizzato per le proiezioni della nostra rassegna di cinema; così come l’aula didattica potrà essere usata per i corsi di formazione che già portiamo avanti da tempo. Sarà per noi un modo di riappropriarci di iniziative che abbiamo in qualche modo dovuto esternalizzare per mancanza di spazi. E poi potremo lavorare in stretta sinergia con il Memoriale. Basterà fare due passi per potersi confrontare di persona”. Le agende delle iniziative di entrambe le realtà sono molto fitte e ciò potrà essere un valore aggiunto per l’intera area, da anni al centro di progetti di riqualificazione. “Siamo felici di andare in un’area in grande sviluppo urbanistico, dove le nostre due fondazioni unite si salderanno idealmente con le nuove funzioni del quartiere”.