Fonte:
La Repubblica edizione di Roma
Autore:
Clemente Pistilli
Ancora offese ad Anna Frank braccia tese dagli ultrà del Latina
Non hanno partecipato al minuto di silenzio stabilito in tutti gli stadi dopo gli adesivi antisemiti comparsi la scorsa settimana all’Olimpico. Hanno cantato l’inno nazionale concludendolo inneggiando al duce. E poi per tutta la durata dell’incontro hanno intonato cori fascisti, fatto saluti romani e sventolato una bandiera tedesca. Ma quella dell’attuale repubblica e non quella del Reich. Ancora una volta il repertorio sfoggiato ieri dagli ultras del Latina, durante la partita che si è disputata nel capoluogo pontino tra la squadra di casa e la sarda San Teodoro, nulla ha avuto a che vedere con lo sport e sul fronte della stessa politica ha espresso idee confuse. Solo uno l’obiettivo della curva nord: ribadire che loro sono fascisti, tanto chela loro città continuano a chiamarla Littoria, e che l’orrore delle immagini di Anna Frank con la maglia della Roma non li tocca. L’aria che tirava del resto era già chiara durante la settimana. Mentre l’Italia e lo sport in generale hanno reagito con sdegno alla provocazione antisemita degli ultras della Lazio, quelli di Latina, che tanti punti in comune hanno con i romani, tramite i social network hanno diffuso una nota in cui hanno definito l’accaduto una “goliardata”, un “polverone mediatico”, battendo sulle solite polemiche relative a quelli che loro considerano i veri scandali, dalle adozioni gay alla tragedia dimenticata delle foibe. Gli ultras del Latina hanno assicurato che loro non avrebbero aderito al minuto di silenzio, bollato come un “teatrino”. E così hanno fatto dopo che lo speaker del “Francioni” ha letto un brano del diario di Anna Frank. A quel punto, mentre i nerazzurri si confrontavano con i sardi del San Teodoro, vincendo alla fine per 1-0, hanno sfoggiato il loro repertorio. La curva è diventata presto un bosco di braccia tese, di cori anti-sovietici, di omaggi al duce. E poco importa se la bandiera sventolata era quella della democratica e attuale repubblica tedesca. L’importante per gli ultras era lanciare il messaggio di vicinanza a un certo mondo, anche se in realtà poco conosciuto. Infine il rompete le righe e tutti a casa. In attesa della prossima domenica dove più che tifare sugli spalti è tutto un ribadire la fede fascista.