Fonte:
Corriere del'Alto Adige
Autore:
Andrea Rossi Tonon
Apre ai profughi: minacciato chi morte
Quattrocento chiamate contro il Nevada. Salvini aveva ironizzato in facebook sulla disponibilità. Luca Lorenzi: sono spaventato. Insulti anche su Internet. L’albergo era comunque senza i requisiti
Trento. Fra le oltre 400 telefonate che ha ricevuto nel corso della mattinata di ieri, molte erano minacce di morte. «C’è chi mi ha detto che viene qui e mi ammazza, che mi brucia l’albergo». Luca Lorenzi non nasconde di avere paura. Teme per la sua incolumità dopo che Matteo Salvini, segretario nazionale della Lega Nord, ha pubblicato sul proprio profilo Facebook un post nel quale parla di lui: «Vi piacerebbe fare qualche giorno di vacanza in montagna? Se siete “presunti profughi”, potete! In Trentino, sul Monte Bondone, i gestori dell’Hotel Nevada (sulle piste da sci, con palestra e solarium) vi aspettano. Il signor Luca infatti dice “siamo in grado di ospitare 5o persone, abbiamo 26 stanze e 20 appartamenti grandi… saremo in grado di fornire loro anche i pasti, dando a disposizione il personale”. Che cuore d’oro… Chi paga? Voi». Ieri sera il post aveva raccolto oltre 13.000 «Mi piace», 3.000 in più dell’intervento di Salvini di sabato in Piazza del Popolo a Roma e 2.500 più di quelli attribuiti all’annuncio del Consiglio federale di candidare Luca Zaia a governatore del Veneto. L’attacco all’Hotel Nevada si è diffuso velocemente sul social network attraverso le oltre 1.900 condivisioni, incrementando il numero di chi ha lasciato un commento, oltre 2.200 utenti da tutta Italia. Molti protestano: «Sarebbe meglio che offrisse quei posti a qualche nostro pensionato che non ha più casa», «In tanti anni non mi sono mai potuto permettere una vacanza». Ma c’è anche chi si augura che «una valanga copra tutto quando c’è il pienone». Altri ancora spiegano che «sono alberghi che stavano fallendo, che fanno business con i comuni riempiendosi di profughi e incassando soldi facili che pagano italiani con tasse salate». Per ogni persona che ospitano, sia le strutture private che quelle pubbliche ricevono circa 32 euro al giorno da parte dello Stato con cui devono garantire i beni di prima necessità. In effetti la crisi che morde e una stagione non eccellente hanno messo in difficoltà Lorenzi, che per tentare di salvare la propria attività ha risposto all’appello della Provincia mettendo a disposizione la struttura per accogliere i nuovi profughi in arrivo sul territorio provinciale. Un’offerta che Piazza Dante ha comunque respinto perché l’Hotel Nevada è troppo lontano dal centro. Ma la velocità con cui le notizie si diffondono in rete fa perdere loro qualche pezzo e ieri ha fatto anche passare inosservato il commento con cui lo stesso Lorenzi risponde a Salvini. «Lo stato e le banche ci chiedono sempre di pagare anche se il lavoro non c’è più come prima, mi devo aggrappare a tutto per sopravvivere. Sono disposto anche a vendere ma nessuno acquista in questi momenti. Mi dica lei cosa dovrei fare: morire?!». Nessuno ha risposto alle sue parole ma qualcuno ha iniziato a lasciare dei commenti tutt’altro che lusinghieri sulla pagina che pubblicizza l’albergo. Ormai Lorenzi non risponde nemmeno più al telefono. Ha messo un amico a farlo al posto suo. Farà denuncia? «Non lo so, vedremo, ci penserò — risponde — Adesso sono un po’ spaventato»