13 Dicembre 2024

Svizzera, il Consiglio federale introduce nuove disposizioni per contrastare l’antisemitismo

CF: divieto simboli nazisti nello spazio pubblico

In futuro non sarà più possibile utilizzare pubblicamente simboli nazionalsocialisti in Svizzera e le violazioni di tale divieto saranno punite con una multa.

(Keystone-ATS) È quanto propone il Consiglio federale, che prevede poi di estendere, in una seconda tappa, questa interdizione ad altri emblemi estremisti.

Secondo il vigente diritto, ricorda in un comunicato odierno il governo, una persona è punita solo se, utilizzando un simbolo razzista, inneggiante alla violenza, estremista o nazionalsocialista, propaga nel contempo la corrispondente ideologia. Senza questo requisito, non sono possibili sanzioni.

Una lacuna che sia legislativo sia esecutivo ritengono inammissibile. “Razzismo e antisemitismo sono inaccettabili in una società democratica e liberale”, ha detto in una conferenza stampa a Berna il titolare del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) Beat Jans, presentando il progetto.

Antisemitismo in crescita

“Si tratta di proteggere i nostri valori, come il rispetto dell’altro, dall’odio e dall’intolleranza”, ha aggiunto il basilese. Il Consiglio federale ha pertanto posto oggi in consultazione, fino al 31 marzo 2025, una nuova legge speciale, con cui si vuole vietare urgentemente i simboli associati al Terzo Reich.

Questo perché gli incidenti antisemiti in Svizzera hanno registrato un’impennata, soprattutto dopo l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023 e la conseguente guerra in Medio Oriente, ha sottolineato il consigliere federale. Jans, parlando di “triste realtà”, ha citato come esempio gli avvenimenti dello scorso week-end a Zurigo, con svariate aggressioni verbali e fisiche nei confronti di ebrei.

200 franchi

Chi trasgredisce al divieto si vedrà appioppare una multa di 200 franchi. È previsto che le violazioni siano liquidate rapidamente, immediatamente dopo il fatto.

“L’effetto di una sanzione è sempre oggetto di discussione”, ha dichiarato Jans rispondendo a una giornalista che gli chiedeva se si trattasse di una somma sufficiente per estirpare il fenomeno. Il punto è “aumentare la sensazione di sicurezza delle persone interessate e mandare un messaggio: come società non tolleriamo atteggiamenti simili”.

Anche codici alfanumerici

La legge risponde a un mandato del Parlamento, che aveva adottato una mozione della Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati. Essa incaricava il governo di creare le basi legali per “rendere punibile l’uso, l’esposizione e la diffusione pubblici di mezzi, segni e simboli di propaganda razziale, di violenza o estremista”. Come detto, in un secondo momento la norma verrà allargata e non riguarderà più solo l’ideologia nazista.

Concretamente, il divieto comprende sia simboli palesemente nazionalsocialisti, quali la croce uncinata, quelli runici delle SS o il saluto a braccio teso, ma anche delle varianti, pur se in questo caso sarà ovviamente decisivo il contesto. Si tratta ad esempio di riferimenti più sottili quali i codici alfanumerici “88” (l’H è l’ottava lettera dell’alfabeto, quindi significa “Heil Hitler”) e “18” (A+H, le iniziali del “Führer”).

La legge riguarda quindi oggetti, ma anche gesti e forme di saluto. Il progetto prevede eccezioni per scopi educativi, scientifici, artistici, storici o giornalistici, ha elencato Jans davanti ai media. Inoltre, i simboli possono continuare a essere mostrati entro i limiti della libertà d’espressione e sono esclusi quelli religiosi già esistenti che sono identici o somiglianti ai richiami al Terzo Reich.

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