Fonte:
Corriere Fiorentino
Autore:
Giorgio Bernardini
Ecco la Toscana dell’odio sul web
Prato contro tutti, tranne gli stranieri
Omofobia, xenofobia, ira contro politici e donne. Così nei tweet diamo il peggio di noi
Prato La Toscana dell’odio sulla Rete, con Prato a dominare la classifica trascinata dall’elevatissima quota di «rabbia politica». Questo almeno è quello che emerge dallo studio elaborato dalla piattaforma «Voices Analytics» che ha preso in esame più di 8o milioni di tweet georeferenziati (di cui si poteva dunque riconoscere il territorio da cui erano stati inviati) nelle no province italiane. I cinguettii studiati sono quelli pubblicati nella seconda metà dell’ultimo anno, il 2016: nella classifica generale Prato è addirittura al sesto posto in Italia, preceduta solo da Roma, Milano, Napoli, Cagliari e Torino. Per trovare altre province toscane bisogna scendere fino alle posizioni 42 – occupata da Siena – e 47, occupata da Firenze. L’analisi di Voices Analytics — realizzata con «Voices from the blogs» assieme ad uno spinoff dell’Università di Milano e pubblicata su Wired — suddivide la rabbia in diverse categorie. Quella riferita ai tweet velenosi che riguardano la politica vede toccare picchi altissimi proprio nella città di Prato: è prima in Toscana e seconda in Italia, appena dietro la metropoli milanese. Nella stessa graduatoria è fanalino di coda — con buon merito — Pistoia, che si piazza al posto 77 confermando il trend che la vede tra le città meno odiose sulla Rete. I pratesi del Web aggravano la propria reputazione nella classifica della rabbia misogina: posto 33 in classifica nazionale e — manco a dirlo — primo in Toscana. Un risultato preoccupante, mitigato solo in parte dalla sorpresa di non individuare la stessa città nelle prime posizioni della graduatoria che misura l’odio verso gli stranieri. Là dove tutti avrebbero scommesso sulla caduta ovvia, sono stati invece pochissimi i tweet razzisti in città. Né la forte pressione migratoria, né la presenza della comunità cinese insediata fra le più dense d’Europa hanno prodotto, secondo la ricerca, un effetto a cascata. Secondo gli studiosi di «Voices Analytics» la relazione tra rabbia xenofoba online e la percentuale di cittadini extracomunitari residenti in ciascuna provincia appare sostanzialmente piatta: «Questo sta a confermare — spiegano — che devono essere in moto altri meccanismi, più politici, per generare una crescita di astio verso gli stranieri, meccanismi che agiscono indipendentemente dal numero di stranieri residenti in un dato contesto». In compenso ci pensa Firenze a portare la croce: ottava in Italia per tweet a contenuto xenofobo. Il capoluogo non fa meglio nella classifica sul-l’omofobia, dove ottiene ancora il triste primato regionale e l’undicesimo posto nella classifica generale.