30 Ottobre 2024

Sottosegretaria all’Istruzione posta su Facebook una frase dello scrittore fascista Robert Brasillach

Fonte:

Corriere della Sera

Autore:

Gianna Fregonara

«Immenso e rosso» Un caso Frassinetti che cita il fascismo La sottosegretaria all’Istruzione poi precisa: una battuta

ROMA Tutto comincia con un post su Facebook per celebrare il Milan nel giorno dell’anniversario del gol di Mark Hateley nel derby di quarant’anni fa. Peccato che sia anche il giorno della marcia su Roma e subito il botta e risposta social prenda una piega più storico politica. L’autrice infatti è la sottosegretaria all’Istruzione e al Merito Paola Frassinetti, tra i fondatori di Fratelli d’Italia, già vicepresidente della commissione Cultura alla Camera. I commenti alludono alla rievocazione del 1922, finché un certo Davide scrive esplicitamente: «Il 28 ottobre è un’altra roba! È il cuore nero senza il rosso» e la sottosegretaria, che evidentemente stava monitorando il suo post e le reazioni, replica decisa: «Fascismo immenso e rosso diceva Brasillach». «Una battuta malriuscita», si giustifica più tardi quando si rende conto che l’elogio del fascismo dello scrittore e giornalista collaborazionista e antisemita francese (condannato e giustiziato dopo la Liberazione) le costa un’accusa di essere una nostalgica ma anche una richiesta di dimissioni da parte dell’opposizione. Ce n’è perché Irene Manzi e Dario Parrini del Pd e Peppe De Cristofaro di Avs chiedano le dimissioni: «Sono parole inaccettabili, la sottosegretaria non può rimanere al suo posto. Le parole sono importanti, a maggior ragione quando si riveste un importante incarico che ha a che fare con l’educazione». Negli stessi minuti, pur non facendo riferimento espressamente a Frassinetti, da Bruxelles arriva una condanna delle rievocazioni della marcia su Roma, da parte del capogruppo di Forza Italia al Parlamento europeo Fulvio Martusciello: «Sfigati quelli che parteciparono alla marcia su Roma e sfigati quelli che ancora oggi la rievocano. E stata una delle pagine più tristi e inutili della storia italiana, antidemocratica e violenta». Frassinetti si difende e si scusa: «Ma quale apologia del fascismo. Non ho festeggiato un bel niente: il mio era un post calcistico, girava questa bella foto di Hateley che sovrasta Collovati, mi sono lasciata coinvolgere e l’ho postata anch’io». Certo era il giorno della marcia su Roma, qualche sospetto è venuto a più d’uno anche su Facebook: «Non è mia colpa mia se l’anniversario dei due eventi è lo stesso. C’è un clima brutto ma se ho offeso la sensibilità di qualcuno mi scuso». Quanto a Brasillach Frassinetti spiega di conoscere solo la citazione ma di non aver letto nulla di lui, non è tra i suoi autori preferiti, «anche se leggo molto sia libri di destra che di sinistra». Nel governo la parola d’ordine è minimizzare, non replicare e lasciare che la polemica si spenga da sola. Non commenta il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, tacciono i compagni di partito e dell’esecutivo. E lei Frassinetti, che il 25 aprile del 2017 andò a omaggiare (nonostante sia vietato) i caduti della Rsi e i volontari italiani delle Ss al Cimitero Maggiore a Milano insieme a un gruppo di compagni di partito, continua a gettare acqua sul fuoco per tutto il pomeriggio. «Comunque non ho esaltato Brasillach. La mia intenzione era davvero quella di fare una battuta e mi sembrava che la citazione funzionasse perché parlava di colori: ho risposto che non c’è solo il nero ma anche il rosso, che altro ho detto? E una tempesta in un bicchier d’acqua». Sarà, ma il lapsus resta: Brasillach parlava del fascismo e non della maglia del Milan. «E io non parlerò mai più di calcio», conclude Frassinetti. Basterebbe soltanto scegliere meglio gli autori da citare.