19 Ottobre 2014

«Shylock butta via i soldi… un ebreo che butta via i suoi denari!».

Fonte:

Corriere della Sera edizione di Roma

I due mercanti di Venezia

«Il mio Shylock ironico e perdente»

Andate a vedere quello di Silvio Orlando!». Giorgio Albertazzi consiglia viva- mente il pubblico di scegliere il «Mercante» interpretato dal collega al Teatro Argentina. «Certo! – ribatte l’attore che interpreta la stessa opera al Quirino, con la regia di Giancarlo Marinelli, debuttando la stessa sera, cioè martedì prossimo – Ma devono venire a vedere anche e soprattutto il mio! Il confronto è bello, stimolante… Due mercanti sulla piazza. Ma escludo la gara». Però potrebbe essere divertente: «Rammento quando si confrontavano Renzo Ricci e Memo Benassi, che goduria! E mi pare che una delle tante volte fu proprio con Shylock. Ma io, dello spettacolo di Orlando non so nulla. Il mio è un Mercante che ho ritradotto e riscritto». È il Mercante di Albertazzi: «Uno Shylock pieno di ironia: un ebreo veneziano, che è diverso da un ebreo qualunque. Un gran signore che presta i soldi come farebbe una banca e, quando pretende da Antonio in garanzia la famosa libbra di carne, lo fa come sfida, pensando che non venga accettata dalla controparte». Una sfida persa: «E già. In fondo Shylock è un perdente, viene tradito anche dalla figlia, è uno sconfitto su tutti i fronti. Alla fine resta solo e io gli faccio fare una cosa che in Shakespeare non c’è: Shylock butta via i soldi… un ebreo che butta via i suoi denari!».

Come sempre Albertazzi inventa il suo teatro: «In questo spettacolo rivelo il lato grottesco di Shakespeare, di cui si tende a calcare di solito la parte tragica. Ma questa è una commedia, oltretutto ambientata a Venezia che all’epoca era, e lo è tuttora, un porto di mare, dove le razze si intrecciavano e si integravano».

Intanto l’attore (classe 1923) è notevolmente impegnato anche sul fronte televisivo, ospite in gara di «Ballando con le stelle» su Rai: «Troppa roba, troppa roba! – finge di lamentarsi – Tra le prove alla Rai e quelle in palcoscenico, è un continuo… Ma il fatto è che io non so dire di no e – confessa – mi diverto moltissimo». E poi ci mette del suo: «Proprio durante il programma ho detto che forse può essere un po’ tardi per ballare, ma non è mai tardi per la poesia, come a dire che nella condizione di miseria umana in cui viviamo, è importante riscoprire la leggerezza, cioè la poesia. E sapeste quanti messaggi ho ricevuto da tantissima gente! Perché la gente è migliore di quello che pensiamo».

Concludendo: niente gara Albertazzi – Orlando? «Auguro grande successo a Silvio, che è bravo e intelligente. E cercherò io stesso di andarlo a vedere».

E. Cost.