Fonte:
Corriere della Sera
Autore:
Fabrizio Caccia
Priebke, la frase choc del figlio «Adesso seppellitelo in Israele»
Il legale: il funerale forse oggi. Letta: noi baluardo contro l’odio
ROMA — Un paio di anni fa, in sella a una moto da Enduro, l’avvocato Paolo Giachini attraversò tutto il deserto del Sahara. Dice ora che quella «fu una passeggiata» rispetto all’impresa attuale, assicurare cioè un funerale religioso e una degna sepoltura al suo famigerato cliente, Erich Priebke, il boia delle Fosse Ardeatine. Il morto che nessuno vuole. In quest’infernale gioco dell’oca, infatti, ogni tentativo risulta vano e si torna sempre al punto di partenza: la cella frigorifera dell’obitorio del Policlinico Gemelli, dove Priebke, morto a 100 anni, è stato portato venerdì sera e dov’è rimasto finora. Ma oggi «si decide — promette l’avvocato Giachini —. Insieme con il figliò del signor Priebke, Ingo, che vive a New York, sarà presa la decisione finale su dove, come e quando fare il funerale e seppellire la salma». Al momento, l’orientamento sarebbe questo: Priebke «non sarà sepolto a Roma», annuncia l’avvocato Giachini, malgrado a suo dire l’esistenza di un mucchio di offerte già piovutegli da privati cittadini che avrebbero messo a disposizione le proprie cappelle di famiglia anche al Verano. «E finora non si è parlato neppure di cremazione», aggiunge il legale, mentre l’auspicio degli ebrei romani sarebbe quello di «disperdere le sue ceneri». Il funerale, invece, si farà a Roma — azzarda Giachini — e potrebbe svolgersi oggi stesso (altrimenti giovedì). Ma sarà un funerale «spirituale», così lo chiama, cioè privato, privatissimo, riservato solo ad amici e parenti in un luogo concordato con il questore e il prefetto — che hanno vietato cerimonie pubbliche e solenni in città — e naturalmente anche con l’assenso del Vicariato che ha negato finora le sue chiese e della Comunità ebraica romana, che invece domani insieme al capo dello Stato Giorgio Napolitano ricorderà il 70 anniversario del rastrellamento nazista del Ghetto («E proprio per rispetto — ricorda Giachini — abbiamo escluso il 16 ottobre come data per il funerale»). Percorso, insomma, complicatissimo, per non offendere le tante, diverse sensibilità. Perchè la verità è che con il passare delle ore l’elenco dei rifiuti e dei divieti si allunga. Il Comune di Hennigsdorf, la cittadina pochi chilometri a nord di Berlino che diede i natali all’ex capitano delle Ss, gli ha negato ieri la sepoltura («Non è residente»). Anche il sindaco di Pomezia si è detto contrario alla tumulazione di Priebke nel cimitero dei soldati tedeschi, soluzione che piaceva a Giachini («Evitiamo che nasca una nuova Predappio in Italia», il monito subito lanciato dall’Associazione degli ex deportati). E quando sembrava arrivato almeno un timido sì, dal sindaco del Comune di Fondachelli Fantina, nel messinese, «per carità cristiana», come spiegava lui, ecco che sono insorti gli assessori della sua La morte da centenario e il video testamento Priebke è morto lo scorso venerdì all’età di 100 anni. Poco prima ha rilasciato una video testamento In cui non solo non mostra alcun pentimento sul suo passato, ma afferma che nei lager non c’erano camere a gas e bolla la Shoah come propaganda giunta e anche quella strada è diventata un vicolo cieco. L’intera vicenda ha spinto il presidente del Consiglio, Enrico Letta, che a Palazzo Chigi ha incontrato la Comunità ebraica , a delle riflessioni amare: «In questi giorni abbiamo assistito a qualcosa che ci dimostra che è impossibile pensare che è il tempo che passa a chiudere le ferite della Storia. Dobbiamo essere tutti insieme baluardo al ritorno di sentimenti di odio e morte». Il vicario generale del Papa per la Diocesi di Roma, il cardinale Agostino Vallini, ha precisato comunque che non è stata negata «alle persone vicine a Priebke la possibilità di celebrare la preghiera e l’invocazione della misericordia nella casa del defunto», ma questa soluzione sarebbe stata respinta dallo stesso avvocato Giachi-ni («Un funerale in soggiorno? Ma andiamo…», conferma lui). E allora, dall’Argentina (dove pure non lo vogliono) l’altro figlio di Priebke, Jorge, in preda all’ira ha risposto così a una domanda: «Dove dovrebbe essere seppellito mio padre? Per me anche in Israele, così sono contenti…». Da fonti del governo israeliano solo una gelida replica: «Non merita alcun commento».