14 Settembre 2022

Scrittore risponde ad accuse di antisemitismo

Il vincitore del Campiello replica: “Provo fascino per l’ebraismo”

«Sono profondamente colpito che la rivista Shalom abbia intuito riferimenti antisemiti nel mio romanzo. Davvero, mi addolora. Ho sempre provato fascino per l’ebraismo, per le sue storie dense di significati, i nomi più belli che esistano a questo mondo. Certo, nel libro ci sono riferimenti a loro, non ne ho potuto fare a meno, nemmeno ho voluto». La replica è quella di Bernardo Zannoni – 27enne autore di I miei stupidi intenti, vincitore una decina di giorni fa del Premio Campiello all’accusa di Shalom.it, magazine online della comunità ebraica di Roma, di usare «stereotipi antisemiti» nel romanzo. «Perché un usuraio deve avere un nome tipicamente ebraico?», si chiede Shalom.it (il nome in questione è Solomon, volpe protagonista insieme ad Archy la faina del libro di Zannoni). «Gli stereotipi antisemiti sono vecchi come il mondo, ma non ci aspettavamo di ritrovarli, anche magari involontariamente, nel romanzo di un ventisettenne vincitore del premio Campiello… Ma ancora più eclatante è che tutti i giurati non se ne siano accorti fin dalle prime pagine». Se il Campiello afferma che i suoi giurati non rilasciano dichiarazioni in merito, Zannoni invece: «Non ho mai avuto intenzione di ridurre il mio personaggio a uno stereotipo: Solomon è anche colui che regala ad Archy la scrittura e la lettura, la capacità di interrogarsi sulla vita, sulla morte, la liberazione dalla ferinità. Se qualcuno si è sentito offeso non era mia intenzione e mi dispiace molto».

La faina Archy conosce Solomon dopo essergli stato ceduto in schiavitù perché zoppo, in cambio di una gallina. Gli «stereotipi antisemiti» secondo Shalom includono anche un’eco dal Mercante di Venezia di Shakespeare: «Prima di trattare, il cliente dava un ciuffo della sua pelliccia. Era importante, per l’odore. Scaduti i suoi giorni, se non aveva pagato, il cane prendeva quel ciuffo e spariva nel bosco, tornava con le merci dovute o con il proprietario. Nessuno faceva il furbo con Solomon l’usuraio». «Libbra di carne o ciuffo? Questo il dilemma caro Shylock», sottolinea l’articolo, che prosegue citando Solomon pronto a picchiare Archy «come gli ebrei con gli infedeli», Solomon che diventa usuraio «poco dopo aver scoperto Dio, grazie ai suoi insegnamenti» o il cane Gioele spedito ad uccidere i figli di chi non estingue il debito.