Fonte:
Moked.it, Direzione Cdec
Autore:
Gadi Luzzatto Voghera
Ipocrisie e veleni in prima pagina
Proseguono le prese di posizione di un certo pacifismo ipocrita che, proclamando la sua equidistanza militante dalla Russia di Putin e dall’Ucraina di Zelensky, finisce per fare il gioco di un regime che sta cercando di soffocare nel sangue l’indipendenza e le libertà democratiche faticosamente conquistate da uno Stato sovrano che proprio per queste ragioni si è deciso di aggredire militarmente.
È il caso della linea assunta dai vertici nazionali dell’Anpi con interventi che, a più riprese, hanno suscitato sconcerto e indignazione nell’opinione pubblica. Va ad aggiungersi a una schiera già abbastanza folta la nuova creazione del disegnatore Vauro Senesi, autore di questa sconcertante vignetta che il Fatto Quotidiano ha pubblicato oggi sulla sua prima pagina e che sembra riecheggiare, nella caratterizzazione del naso del presidente ebreo dell’Ucraina, la peggior paccottiglia antisemita degli Anni Trenta del secolo scorso. (Moked)
Si può sbagliare
Dai, Vauro Senesi, può senz’altro capitare di sbagliare. Riconsideriamo questa vignetta pacifista. Ammesso e non concesso che si possano mettere sullo stesso piano Putin (che manda carri armati e aerei a spianare l’Ucraina, a uccidere civili inermi) e Zelensky (presidente Ucraino che si ingegna a difendere la stessa Ucraina, con le armi che gli mandiamo noi). E, naturalmente, legittimamente ammesso che la critica alla guerra di per sé ci stia: non siamo d’accordo, ma vivaddio siamo in democrazia. Ma un artista che si rispetti, può decidere di ritrarre Zelensky con i tratti tipici del pregiudizio antiebraico, con il nasone adunco (che il presidente ucraino non ha) e con lo sguardo truce del sanguinario. Suvvia, Vauro Senesi, veramente la sua matita è così ingenua? Si chieda perché ha compiuto questa scelta. Poi, cortesemente, ridisegni quella vignetta pacifista, senza il nasone. Non diverte granché, ma ci può stare. E magari farà riflettere anche la direzione del “Fatto quotidiano” su certe scelte editoriali. (Gadi Luzzatto Voghera)