22 Settembre 2015

Sabato 26 settembre a Roma, convegno con esponenti del movimento Hezbollah

Fonte:

Il Fatto Quotidiano

Autore:

Fabrizio D’Esposito

Tra Hezbollah e Hitler, torna il fascio islamismo

Tocca a CasaPound, adesso, ravvivare la fiamma della lunga tradizione fascioislamica italiana. Sabato prossimo a Roma, in un albergo dell’Eur, si terrà il primo congresso internazionale di Solidarité-Identités intitolato “Mediterraneo Solidale” ed è prevista la partecipazione di due esponenti di Hezbollah, il partito di Dio libanese che si batte per la distruzione di Israele: Rima Fakhri, componente del consiglio politico, e Sayyed Ammar Al Moussaw, responsabile delle relazioni internazionali. Un terzo, Maheral-Taher, fa parte invece dell’ufficio politico del Fronte popolare per la liberazione della Palestina. Interpellato però dal sito Palestina Rossa, lo stesso al-Taher “nega ogni rapporto con la conferenza di estrema destra’Solidarietà Mediterraneo’ organizzata in Italia”.

CHI, INFINE, non ci ha capito nulla è la Regione Lazio del governatore democrat Nicola Zingaretti che prima ha concesso il patrocinio e poi, dopo le polemiche, lo ha ritirato, tirando in mezzo la risoluzione dell’Europarlamento del 2005 che accusa Hezbollah di aver condotto “attività terroristiche”. Solidarité-Identités è una onlus organica, appunto, a CasaPound, il movimento fascista del Terzo millennio oggi alleato della Lega nazionalista di Matteo Salvini. Fascioislamismo e fascioleghismo. Una confusione ideologica che però non va sottovalutata perché richiama sempre l’odiosa e tragica questione dell’antisemitismo dell’estrema destra italiana. Al congresso di sabato parlerà Alberto Palladino, alias “Zippo”, attivista neofascista condannato a due anni e otto mesi per aver sprangato tre militanti del Pd a Roma. Il mix odierno prevede filoputinismo, sostegno al regime siriano di Assad e alla causa palestinese. Politicamente, il fascioislamismo si fa risalire alla figura di Hadj Amin El Husseini, il Gran Muftì di Gerusalemme che negli anni 30 si schierò con Hitler perché nazismo, antisemitismo e nazionalismo palestinese corrispondevano, a suo giudizio, alle tradizioni arabe. Sui neofascisti italiani ha però esercitato un grande fascino la nascita del Ba’ath, il partito del nazionalismo arabo socialista. Questa prospettiva, per esempio, ha portato, lustri fa, lo studioso Claudio Mutti del Centro Studi La Runa, a scrivere un saggio sulle affinità tra l’egiziano Nasser e l’esoterico razzista Evola. Sul versante iracheno ba’athista c’è da segnalare una visita che nel 1991 l’allora leader missino Gianfranco Fini fece insiemea Jean-Marie Le Pen a Baghdad, per rendere omaggio a Saddam Hussein. In quell’anno ci fu anche il lancio di Scud iracheni contro Israele. Era la prima guerra del Golfo. Sull’attacco degli Scud, nella destra italiana circola da decenni una leggenda mai provata quella di un brindisi in onore di Saddam, presente un giovane rautiano di nome Gianni Alemanno.

A PROPOSITO di Pino Rauti. Quando nacque An e lui fondò il Ms-Fiamma, il suo programma mediorientale era di un solo punto: “Siamo con i palestinesi”. In tempi più recenti, Roberto Fiore di Forza Nuova, altro cavaliere nero della Capitale, ha teorizzato la nascita di “uno stato interconfessionale senza l’ipoteca sionista e razzista: saremo sempre a favore dei diritti del popolo palestinese, sacrificato sull’altare del sionismo belligerante e guerrafondaio”. Per non dimenticare la vulgata complottista sull’Undici Settembre. Maurizio Blondet, firma del giornalismo di destra, sostiene da sempre la tesi di un complotto israeliano-ebraico. Dice Ruth Dureghello, che guida la comunità ebraica di Roma: “Siamo perplessi sul convegno di sabato, ci affidiamo al controllo della polizia italiana”.