Fonte:
Beth Magazine
Autore:
Nathan Greppi
In Romania, antisemiti e negazionisti rialzano la testa
di Nathan Greppi
Le recenti elezioni presidenziali in Romania, annullate a causa di possibili interferenze russe, hanno fatto discutere per la vittoria al primo turno il 24 novembre con il 22,9% dei voti del candidato indipendente Călin Georgescu, noto per le sue posizioni putiniane in politica estera nonché per essere un nostalgico di figure di spicco del fascismo rumeno dei tempi della Seconda Guerra Mondiale, come il dittatore Ion Antonescu e il fondatore della Guardia di Ferro Corneliu Zelea Codreanu, feroce antisemita.
Per capire qual è la situazione nel paese, dove secondo i dati del 2023 la popolazione ebraica ammontava a circa 8.900 persone, abbiamo parlato con la ricercatrice Oana Nestian-Sandu, direttrice del programma internazionale dell’Olga Lengyel Institute for Holocaust Studies and Human Rights e dirigente dell’Istituto Interculturale di Timisoara, con una lunga esperienza in progetti educativi sulla Shoah e sul rispetto dei diritti umani. Su questi temi, lavora anche come consulente presso il Consiglio d’Europa.
Quanto era diffuso l’antisemitismo in Romania prima del 7 ottobre 2023?
Secondo uno studio pubblicato nel 2019 dall’Istituto Nazionale Elie Wiesel per lo Studio dell’Olocausto in Romania, relativo alla percezione delle relazioni interetniche nel paese, la distanza sociale percepita tra la maggioranza della popolazione e la comunità ebraica era di 3,6 su una scala da 1 a 7. La distanza è maggiore per altri gruppi etnici, quali gli ungheresi (4,0) e i rom (4,7).
Lo stesso istituto pubblica ogni anno resoconti sul monitoraggio dell’antisemitismo in Romania. Queste segnalazioni evidenziano diversi atti di vandalismo, episodi di incitamento all’odio, sia online che nel discorso pubblico da parte di alcuni politici, nonché casi di negazione e distorsione dell’Olocausto, anche se in Romania esiste una legge che sanziona la negazione e la glorificazione della Shoah.
Durante la pandemia, proprio come in altri paesi, il movimento no vax ha preso di mira gli ebrei, incolpandoli dell’invenzione del vaccino e della decisione del governo rumeno di imporre restrizioni alla circolazione delle persone non vaccinate.
Cosa è cambiato invece dopo il 7 ottobre?
Dopo il 7 ottobre la situazione è cambiata in modo significativo. Il numero di manifestazioni di antisemitismo sopra citate è aumentato, e in particolare il vandalismo e gli episodi di incitamento all’odio online. Inoltre, c’è un palese antisemitismo proveniente dalla sinistra. Il termine “sionismo” è entrato raramente nel dibattito pubblico in passato, ma ora è molto presente, soprattutto nei gruppi che si considerano progressisti. Certo, non viene utilizzato con il significato corretto, ma principalmente come insulto razziale.
Allo stesso tempo, continuano ad essere organizzati eventi e simposi pubblici per omaggiare i perpetratori dell’Olocausto. Solo pochi giorni fa, il 30 novembre, a un evento per commemorare la morte del leader della Guardia di Ferro, Corneliu Zelea Codreanu, ha partecipato anche Diana Sosoaca, membro dell’Europarlamento e leader del partito SOS che ha ottenuto l’8% dei voti alle elezioni per il Parlamento rumeno svoltesi il 1 dicembre. Altri due partiti di estrema destra sono entrati in Parlamento dopo queste elezioni, l’AUR e il POT, per un totale di circa il 35% andato all’estrema destra.
Cosa fanno le scuole per contrastare i pregiudizi tra i giovani?
Dal settembre 2023 è stata introdotta una nuova materia scolastica chiamata “Storia degli ebrei”. Lo studio dell’Olocausto è ora obbligatorio per tutti gli studenti dell’11° grado (17 anni), per la durata di un anno scolastico. Quando questo argomento è stato discusso pubblicamente, alcuni anni fa, una nuova ondata di antisemitismo ha iniziato a venire a galla, con la diffusione di iconografie antisemite, teorie del complotto e tentativi di relativizzazione. Ad esempio, diversi politici, insegnanti e altre figure hanno sostenuto che ci sono molti altri argomenti da studiare più importanti dell’Olocausto.
Uno studio condotto tra il novembre e il dicembre 2023 dall’Avangarde Group for Social Behaviors su un campione rappresentativo, mostra che il 52% degli intervistati è contrario al nuovo corso di studio, e il 44% lo approva.
Il candidato presidenziale Călin Georgescu ha espresso simpatia per esponenti del fascismo rumeno, ma allo stesso tempo ha avuto una telefonata con il Ministro della Diaspora israeliano Amichai Chikli. Come spiega questa contraddizione?
Nell’agosto 2023 l’Ambasciatore d’Israele in Romania, Reuven Azar, ha incontrato il leader dell’AUR, il più grande partito di estrema destra rumeno, che glorifica gli autori dell’Olocausto. L’incontro si è svolto nonostante l’opposizione di Yad Vashem e del Ministero degli Affari esteri rumeno.
Ora abbiamo una situazione simile. Purtroppo, questi incontri e queste telefonate danno legittimità a certi leader politici che, quando vengono accusati di estremismo, possono usare questi casi per provare che non sono estremisti. Ciò porta ad una grave erosione della democrazia e della fiducia nei politici di tutte le parti.
Nello specifico, quali partiti politici in Romania sono più ostili nei confronti degli ebrei e di Israele? E quali, invece, sono i più amichevoli?
Călin Georgescu ha un procedimento penale a suo carico a causa della glorificazione degli autori dell’Olocausto, e un altro era stato aperto anche per Diana Sosoaca dopo la sua partecipazione agli eventi di commemorazione del 30 novembre. Georgescu è un candidato indipendente alle elezioni presidenziali, ma un nuovo partito chiamato Partito dei Giovani (abbreviato in Romania come POT) è entrato in Parlamento perché lo ha sostenuto.
Cosa stanno facendo le autorità rumene per proteggere la comunità ebraica e combattere i crimini d’odio?
Nel 2021 la Romania ha pubblicato la prima strategia nazionale per la prevenzione e la lotta contro l’antisemitismo, la xenofobia, la radicalizzazione e l’incitamento all’odio per il periodo 2021-2023. Nel 2024 è stata adottata una nuova strategia per il periodo 2024-2027, che sottolinea l’impegno del Paese a proteggere la dignità umana, i diritti fondamentali e i valori democratici contro le minacce alla stabilità sociale.
Il documento propone misure per prevenire e combattere i comportamenti antisemiti e xenofobi, concentrandosi sull’educazione, la sensibilizzazione e un’applicazione rigorosa. La strategia mira ad affrontare le nuove sfide digitali contrastando l’istigazione all’odio online, aumentando la resilienza istituzionale, sostenendo le comunità più vulnerabili e promuovendo la memoria della Shoah. Sostiene inoltre un’educazione inclusiva, la digitalizzazione degli archivi storici e la cooperazione internazionale per combattere l’estremismo.