Fonte:
https://www.gay.it
Lazio, i tifosi sostengono Khalid Salman. Aveva definito l’omosessualità “un danno mentale”
Sconcertante striscione da parte della curva nord a favore dell’ambasciatore qatariota. Come replicheranno la S.S. Lazio e la FIGC?
La S.S. Lazio di Claudio Lotito, oggi senatore di Forza Italia, è seconda in Serie A a pari punti con il Milan di Stefano Pioli, dopo la vittoria per 1-0 di ieri contro il Monza, ma ancora una volta a far rumore sono i suoi tifosi, quella Curva Nord sempre più spesso protagonista di striscioni e cori razzisti, filo-fascisti, orgogliosamente omofobi.
Non a caso la stessa società è stata più volte costretta a prendere pubblicamente le distanze dai suoi stessi tifosi, con la Curva laziale segnata da frange estreme vicine all’ultradestra capitolina, tra braccia tese e croci celtiche. Domenica scorsa, dopo la vittoria del derby sulla Roma, la procura federale ha aperto un’inchiesta per cori antisemiti nei confronti dei tifosi giallorossi, cantati a squarciagola da parte della Curva con la squadra a festeggiare sotto la Nord. Nulla di nuovo sotto il sole dell’Olimpico, perché ad ogni derby l’antisemitismo torna puntualmente di moda. Tristemente mai dimenticate le ‘figurine’ di Anna Frank con la maglia della Roma, fatte trovare in curva Sud nel 2017. Lotito promise l’organizzazione di un viaggio annuale ad Auschwitz con corona di fiori davanti alla Sinagoga di Roma, ma in un audio rubato si sentì dire dal presidente ai suoi collaboratori “Famo ‘sta sceneggiata”.
Il 6 gennaio 2005, l’allora calciatore biancoceleste Paolo Di Canio celebrò la vittoria della Lazio nel derby salutando la curva con il braccio teso. Su quello stesso braccio l’attuale commentatore Sky aveva (e ha ancora) tatuata la scritta DUX. Il 24 aprile 2019, alla vigilia della Festa della Liberazione e a poche ore da Milan-Lazio di Coppa Italia, tifosi biancocelesti esposero davanti a Piazzale Loreto lo striscione “Onore a Benito Mussolini”.
Nella giornata di ieri, poco prima della sfida contro il Monza, “gli ultras della Lazio” hanno esposto un indegno striscione a sostegno di Khalid Salman, ex calciatore e oggi ambasciatore dei Mondiali di Calcio 2022 in Qatar che pochi giorni fa ha parlato di “danno mentale” in riferimento all’omosessualità. “Salman, gli ultras della Lazio ti sono vicini”,
“Arriveranno molte cose in Qatar durante i Mondiali”, aveva detto Salman a ZDF. “Per esempio, parliamo di gay, la cosa più importante è che tutti quelli che accettino di venire qui accettino anche le nostre regole”. Secondo Salman ci sarebbero “problemi con i bambini che vedono i gay”, perché “imparerebbero qualcosa che non va bene”.
Parole indecorose che hanno creato sconcerto, con tanto di coming out in diretta tv di un giornalista tedesco di Sky Sport, ieri difese e quasi rivendicate dagli “ultras della Lazio“, che chiaramente non rappresentano un’intera tifoseria puntualmente da loro infangata mentre la società è al momento ancora silente sull’argomento. In un momento storico in cui la lotta all’omotransfobia sta finalmente prendendo forma anche nel mondo del pallone, tra calciatori, società e tifoserie in campo per dire basta ad ogni tipo di discriminazione, e con gli imminenti mondiali che saranno impreziositi da fasce rainbow indossate dai capitani delle nazionali, la presa di posizione degli ultrà biancocelesti sconcerta, indigna, anche perché recidiva sul fronte discriminatorio.
“Chiediamo una presa di posizione da parte della Lazio e della FIGC e l’apertura di un confronto con le associazioni per la formazione di tecnici e quadri dirigenti sul tema dell’inclusione”, ha tuonato Rosario Coco, Presidente di Gaynet e Resp. AICS LGBT. Quella FIGC a cui è stato chiesto di promuovere per l’ultimo weekend di campionato le ormai famose fasce rainbow OneLove contro l’omotransfobia che la nazionale italiana non potrà indossare in Qatar, perché non qualificatasi.