Fonte:
Il Tempo
Autore:
Giustina Ottaviani
Museo della Shoah
I residenti hanno paura
«Minacce e intimidazioni ogni giorno. Bloccate i lavori»
Dopo la testa di maiale, i messaggi di odio, le minacce e le intimidazioni, i residenti di via Alessandro Torlonia hanno avviato una raccolta di firme e preparato un esposto (ancora non inviato) per chiedere la sospensione dei lavori del Museo della Shoah, nella stessa strada, e una maggiore presenza delle forze dell’ordine. La ratio di questa iniziativa contro il cantiere è negli eventi «intimidatori» più volte segnalati dai cittadini a partire dall’avvio delle opere e in una percezione sempre maggiore di insicurezza. «In particolare – si legge nell’esposto indirizzato tra gli altri a Viminale, Capo della Polizia e Questura – in corrispondenza dei muri antistanti il cantiere, vengono continuamente rinvenute scritte come “assassini, infami”, “Gaza 45000 morti”, “fermare il genocidio a Gaza”, “Gaza libera”, che con il tempo sono diventati sempre più frequenti e violenti. Sono spesso stati lasciati all’ingresso escrementi o attaccati sul cartello del cantiere anche fogli ritraenti le immagini dei bambini di Gaza deceduti o le rovine di Gaza». Così ogni giorno, dall’apertura del cantiere, oltretutto precedente lo scoppio della guerra tra Israele e Hamas. Scritte e cartelli – scrivono i residenti che in questi giorni si stanno confrontando in riunioni condominiali – vengono trovati praticamente ogni sera e rimossi la mattina seguente. «Ciò testimonia la costante presenza nel luogo di soggetti pericolosi – ribadiscono nell’esposto – Ciò non può che alimentare lo stato di incessante minaccia e allerta in cui i residenti sono costretti a vivere dall’apertura del cantiere. Alcuni cittadini che facevano jogging la mattina presto a Villa Torlonia hanno notato e segnalato alle autorità competenti una testa di maiale. Nessuna iniziativa è stata presa per tutelare la sicurezza pubblica di quanti vivono in quella zona; l’unico intervento che è stato attuato è lo spostamento dell’asilo israeliano», prosegue l’esposto, sottolineando come questa ultima disposizione dimostri «che è stato rilevato un pericolo per la sicurezza pubblica. Se è così, non si comprende perché non si è fatto altro per tutelare la sicurezza di tutti gli altri cittadini, proprietari e residenti nella zona». Il timore dei cittadini di via Torlonia è che «la realizzazione del Museo della Shoah in un luogo densamente popolato, e abitato da italiani, arabi e israeliani, oltre a costituire un grave pericolo per la tenuta delle infrastrutture, sarà oggetto di atti intimidatori, di violenza e minacce, ancora più gravi di quelle che stanno accadendo dal 7 ottobre 2023 – precisano nello stesso esposto – che richiederanno un grande dispiegamento delle forze dell’ordine per la tutela della sicurezza delle persone e delle cose, facendo divenire il sito un nuovo obiettivo sensibile». I residenti rivolgono un appello al Campidoglio: «Rivaluti la localizzazione del progetto provvedendo allo spostamento del monumento in altra zona meno popolata e più agevolmente tutelabile».
Photo Credits: Il Tempo