Fonte:
Libero
Autore:
Andrea Morigi
Ci volevano gli americani per imporre le sanzioni contro l’italiano di Hamas
Mohammad Hannoun e la sua “Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese” finalmente sulla lista nera degli Stati Uniti: «Finanziano i jihadisti». Per decenni hanno raccolto fondi per Gaza
Aveva appena postato su Facebook la sua ultima delirante invettiva contro Israele, a cui attribuisce il «genocidio nazi sionista», quando l’architetto palestinese Mohammad Hannoun, residente a Genova Bolzaneto, si è visto recapitare dai mezzi d’informazione l’iscrizione all’elenco statunitense dei terroristi. Non appena le misure restrittive d’Oltreoceano saranno recepite nell’ordinamento giuridico italiano ed europeo, il paladino della guerra santa a Gaza non potrà più essere titolare di un conto corrente bancario, di una carta di credito e forse nemmeno di una tessera fedeltà di un supermercato. E chi intratterrà rapporti economici con lui finirà a sua volta nei guai. Ma non è detto che all’atto pratico partano procedimenti penali o amministrativi in base alle comunicazioni date dagli americani. Washington considera Hannoun un associato di Hamas e la sua Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese (Abspp) come un’organizzazione di beneficenza fittizia. Per questo l’ufficio del Tesoro Usa per il controllo degli asset stranieri (Ofac) ha deciso di sanzionare lui, altre due persone e diverse entità legali coinvolte in attività dedite al finanziamento del movimento islamista palestinese di Hamas. «Un anno dopo il brutale attacco terroristico di Hamas, gli Stati Uniti continuano a lavorare per minare la capacità degli Houthi e di altri proxy che agiscono per conto dell’Iran di finanziare le proprie operazioni», osserva la segretaria al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, rendendo nota la sua decisione. Nella lista nera compaiono anche Hamid Abdullah Hussein al Ahmar, cittadino yemenita residente in Turchia, e nove entità legali a lui collegate: Al Ahmar Trading Group, in Yemen; Al Ahmar Oils Supply and Distribution, in Yemen; Sama International Media, in Yemen; Al Salam Trading and Agencies General Establishment, in Yemen; Saba, Trade and Investment, in Repubblica Ceca; Sabafon International, in Libano; Sabaturk Dis Ticaret Anonim Sirketi, in Turchia; Vivid Enerji Yatirimlari Anonim Sirketi, in Turchia; e Investrade Portfoy Yonetimi, in Turchia, oltre ad un associato di Hamas in Germania, Majed al-Zeer, e Abdel Doughman, responsabile delle attività di Hamas in Austria. Le sanzioni hanno colpito anche la banca Al-Intaj Bank. «Era ora», a parere di Lorenzo Vidino, direttore del Program on Extremism della George Washington University. «Per quanto riguarda le designazioni europee, sono soggetti noti da decenni sia al governo americano sia a quelli dei rispettivi Paesi perché fanno chiaramente attività politica e raccolgono fondi a sostegno di Hamas. È quasi un segreto di Pulcinella: sono tutti stati oggetto di procedimenti giudiziari, che peraltro non si sono conclusi per la difficoltà che pone il finanziamento al terrorismo, reato molto difficile da provare perché va dimostrato che il denaro finisca effettivamente ad Hamas, organizzazione molto complessa. Poiché non vengono effettuati bonifici diretti al gruppo palestinese, sono necessari vari passaggi attraverso enti caritatevoli, scuole, orfanotrofi e via dicendo che sono controllati da Hamas, organizzazione che fa dei servizi sociali uno dei suoi principali modus operandi. Ma c’è di più, deve essere evidente che il soggetto che contribuisce voleva finanziare il terrorismo in questo modo». In seguito a numerose segnalazioni israeliane, un istituto di credito italiano aveva già chiuso i conti del gruppo, che però ne aveva aperto un altro, cambiando prudentemente nome dissimulandosi sotto la sigla Associazione dei Palestinesi in Italia. Era noto come si muovevano almeno dal 13 dicembre 2021 quando due deputati di Forza Italia, Andrea Orsini e Maria Tripodi, aderenti ai Transatlantic Friends of Israel, avevano presentato un’interrogazione parlamentare per sapere quali provvedimenti intendesse adottare il governo contro quel gruppo che pare «svolga un ruolo di primo piano a livello europeo attraverso un network costituito da decine di gruppi, che attrae interessi e donazioni verso soggetti inseriti nelle black list europee delle organizzazioni terroristiche». Pochi mesi dopo, nel maggio 2022, Hannoun viene ricevuto dall’ex presidente della Camera e deputata del Pd, Laura Boldrini. Poi, nel gennaio 2023, accompagna l’ex parlamentare dei 5 Stelle Alessandro Di Battista e la sua ex compagna di partito Stefania Ascari in Libano, nei covi dei jihadisti ospitati nei campi profughi palestinesi come quello di Ein el Hilweh. Ora andrà un po’ meno in giro per il mondo.
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