Fonte:
Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio
I valori della Resistenza sono alla base della nostra democrazia. A cominciare dai valori fondanti della liberazione dalle dittature nazista e fascista e della libertà, da cui è nata la Costituzione italiana, e da cui è nato quell’art. 3 a cui si ispira anche la nostra Rete: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Proprio per la piena applicazione di questo articolo ci siamo sempre battute e battuti. Lo abbiamo fatto sostenendo il ddl Zan che – se approvato – avrebbe permesso di contrastare più efficacemente le discriminazioni basate su sesso, genere, identità di genere e abilismo. Lo abbiamo fatto chiedendo alla ministra Cartabia prima, e al ministro Nordio poi, di istituire anche in Italia una commissione permanente sui diritti umani, come ci viene richiesto dalle istituzioni internazionali. Lo abbiamo fatto sollecitando una modifica della legge sulla cittadinanza che garantisca finalmente i diritti di tutte le persone. Lo abbiamo fatto e cerchiamo di farlo tutti i giorni – grazie al lavoro e all’impegno dei soggetti che compongono la nostra Rete – prevenendo e combattendo discorsi e fenomeni d’odio, costruendo consapevolezza su temi quali, ad esempio, il razzismo, l’antisemitismo, l’islamofobia e l’antiziganismo presenti nella nostra società, i gender gap e il sessismo, l’odio e la misoginia online, il cyberbullismo e il revenge porn, la profilazione etnica, cercando contro narrazioni e narrazioni alternative, favorendo lo sviluppo di network intersezionali e interdisciplinari per garantire diritti e per rimuovere alcuni degli ostacoli sociali che ne impediscono l’accesso.
I valori della Resistenza sono i nostri, come sono di tutta la cittadinanza e come dovrebbero essere di tutte le istituzioni che su di essi si radicano. E non ci dovrebbe essere posto per l’intolleranza. Un’intolleranza che invece si manifesta quotidianamente verso le persone LGBTIQ+, verso le minoranze (etniche, religiose, politiche), verso le persone razzializzate, verso le persone migranti e richiedenti asilo. Un’intolleranza che si nutre di parole ed espressioni che mai avremmo voluto sentir pronunciare da esponenti delle istituzioni, come la disumanizzante “carico residuale” o come quella, propria della destra più estrema, di “sostituzione etnica”. Un’intolleranza che diventa discriminazione attraverso iniziative legislative volte a restringere la garanzia dei diritti umani e la protezione per chi chiede asilo, a normalizzare prassi di esclusione e marginalizzazione, a consolidare la “linea del colore” e forme di razzismo istituzionale.
Vogliamo celebrare quindi questo 25 aprile all’insegna dei valori che, grazie alla Resistenza e alla Liberazione, hanno trovato efficace e universale traduzione nella nostra Costituzione, cui per definizione si richiama il nostro lavoro di prevenzione e contrasto ai discorsi e ai crimini d’odio, e che vorremmo vedere difesi e applicati senza tentennamenti, per una piena applicazione dei diritti sociali, politici, e umani, per una società più equa, rappresentativa, solidale, e per la dignità delle istituzioni, che invece di fomentare le discriminazioni dovrebbero prevenirle, stigmatizzarle, contrastarle.
Buon 25 aprile!
Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio