Fonte:
Moked.it
Respinta la mozione anti-israeliana
“La ricerca non si boicotta”
“La ricerca deve rimanere libera. E in questo mondo che sta alzando muri, soltanto le Università tengono aperte le loro porte”.Così il rettore dell’Università di Torino, Gianmaria Ajani, ha commentato il respingimento, da parte del Senato Accademico, della mozione presentata dal Consiglio degli Studenti in cui gli stessi chiedevano l’interruzione di ogni rapporto tra l’ateneo e il Technion di Haifa, in Israele. Uno squallido tentativo di boicottaggio rimandato al mittente, in un momento in cui iniziative dello stesso tenore tendono ad aumentare nel mondo accademico italiano.
“L’istituzione che qui rappresentiamo, proprio per il suo ruolo pubblico e sociale di alta formazione – ha affermato Ajani nel corso della riunione – è chiamata a creare le condizioni perché ogni individuo, quale che sia la posizione politica scelta, possa esprimerla liberamente, usufruendo di tutele e garanzie di sicurezza nel fare questo; a favorire azioni volte a far avanzare il confronto, a promuoverne il superamento, proprio attraverso le azioni che danno vita al mandato sopra ricordato, cioè favorendo la formazione di un sapere critico, lo scambio delle idee, la cooperazione e l’interazione tra posizioni diverse;a promuovere discussioni sulla responsabilità etica del ricercatore, dei suoi ambiti e limiti. Credo sia questo, e non un boicottaggio che nega in radice tali libertà, il modo più corretto di interpretare il ruolo pubblico e sociale di un’istituzione di alta cultura quale è la nostra Università”.
Vivo apprezzamento è stato espresso al riguardo dal presidente della Comunità ebraica torinese Dario Disegni, che in un messaggio inviato in serata al rettore scrive: “Desidero manifestarti il più vivo apprezzamento della Comunità ebraica di Torino e mio personale per la fermezza con la quale hai difeso la libertà della ricerca e della collaborazione tra Istituzioni accademiche dei Paesi democratici, fatta propria – come non dubitavo minimamente – dal Senato accademico.
Con l’occasione ti esprimo tutta la mia solidarietà per l’inqualificabile gazzarra nei tuoi confronti orchestrata, al termine della odierna riunione, dallo sparuto gruppo di manifestanti”.