Fonte:
Corriere dell’Alto Adige
Autore:
Silvia Fabbi
«Tutte le fedi vanno rispettate»
I sindacati intervengono dopo le frasi antisemite contro il sovrintendente di polizia
Bolzano «La polizia di Stato è un’istituzione democratica, all’interno della quale non esiste né può esistere alcun tipo di discriminazione religiosa». Così il segretario regionale del sindacato di polizia Coisp Fulvio Coslovi interviene all’indomani della denuncia di un sovrintendente della stradale rispetto a un caso di antisemitismo del quale sarebbe stato vittima. Pur sottolineando di non voler entrare in alcun modo nel merito della vicenda di specie — «Non possiedo alcun elemento al riguardo perciò non mi sembra opportuno esprimere alcun tipo di esternazione» specifica Coslovi —il sindacalista della polizia tiene a sottolineare come l’istituzione di cui fa parte sia «per definizione un esempio di trasparenza e democrazia assolute. Queste caratteristiche vengono anzi abusate spesso da chi vuole denigrare il lavoro delle forze dell’ordine, traducendosi in un attacco indiscriminato con qualsiasi scusa possibile». Sul fatto che in polizia possano avvenire episodi come quello denunciato dal sovrintendente della stradale Coslovi è definitivo: «Il principio di base è che tutte le religioni vanno rispettate. Proprio perché nel nostro lavoro di tutti i giorni abbiamo a che fare con religioni di ogni tipo siamo i primi ad avere ben presente l’importanza di essere una istituzione super partes, che non discrimini in alcun modo né i propri lavoratori né le persone che si rivolgono ad essa». L’interesse della polizia infatti «non deve mai essere quello di discriminare le persone, né di effettuare una valutazione di tipo etico, morale o religioso, bensì quello di tutelare coloro che rispettano la legge, indipendentemente da quale religione la persona professi». Sull’affermazione della polizia come istituzione super partes insiste anche il segretario del Siulp Mario Deriu. Neppure Deriu se la sente di entrare nel merito della vicenda — «Non la conosco, e dunque non sono in possesso degli elementi necessari a esprimere un parere o un giudizio in merito» — e tuttavia tiene a difendere l’immagine di una polizia che tutela i diritti di tutti coloro che vi si rivolgono. «Quello della discriminazione religiosa non ritengo sia un esercizio praticato all’interno della polizia» spiega Deriu, che sottolinea come «in venticinque anni di mestiere in polizia non mi è mai capitato di avere contessa di fatti di questo tipo». Secondo il sindacalista del Siulp «esistono, è vero, inimicizie e conflittualità di natura personale all’interno di ogni istituzione così come in ogni posto di lavoro. Tuttavia queste non possono mai sconfinare nella mancanza di rispetto dell’altro, né tantomeno a farle emergere in un atto formale (quale può essere stato il documento rinvenuto nella cartella personale del sovrintendente, n.d.r.)». Il sovrintendente della stradale ha trovato all’interno del proprio fascicolo personale alcune frasi che lo identificano come ebreo e altre offensive nei suoi confronti. Sul fatto c’è stato un esposto alla Procura, che avvierà indagini ad hoc sulla vicenda. Il sindacato AdP, autore della denuncia, ha anche interessato l’Osservatorio contro l’antisemitismo di Roma e intende incontrare il rabbino capo