Fonte:
La Repubblica
Autore:
Marina de Ghantuz Cubbe
“Ebrei, razza di mercanti” De Angelis costretto alle scuse
Nuove polemiche su una vecchia canzone antisemita
Pur di rimanere attaccato alla poltrona di responsabile della comunicazione della Regione Lazio, Marcello De Angelis disconosce sé stesso, chiede perdono. L’ultimo caso che ha travolto l’ex estremista nero e che inevitabilmente si ripercuote sul governatore Francesco Rocca fino ad arrivare alla premier Giorgia Meloni, parla di antisemitismo. Anzi, canta. Il brano Settembre Nero scritto e più volte interpretato da De Angelis, ha un testo antisionista, che offende la memoria delle persone morte negli attentati del gruppo terrorista palestinese e l’intera Comunità ebraica che è insorta tramite le parole del presidente romano Victor Fadlun. Il tutto mentre ancora infuria la polemica per le esternazioni negazioniste sulla strage fascista alla stazione di Bologna nonché per l’assunzione del cognato all’insaputa del governatore. Come se fosse un componente del gruppo terrorista, nella canzone pubblicata nel ’95 e rispolverata da fanpage. it, De Angelis infanga le persone di religione ebraica e lo Stato di Israele: «Troppo ci pesava portare sulla schiena il dominio di una razza di mercanti» e ancora «le iene di Sharon», ex primo ministro israeliano «gridano ‘Shalom’ bruciandoci le case, cantano pace e ci violentano le donne». Così cantava il frontman del gruppo di estrema destra 270 bis, ovvero l’articolo del codice penale sul reato di associazioni sovversive con finalità di terrorismo per cui De Angelis è stato condannato. «Un periodo della mia vita in cui non mi riconosco. A rileggere quelle parole oggi provo imbarazzo e orrore, così come oggi non riscriverei altre canzoni realizzate in passato». Il brano però è ancora sul sito del gruppo, dove si elogia il fondatore De Angelis e dove si possono ascoltare altre canzoni come Bomber Nero, esaltazione dei giovani naziskin che urlano il motto nazista “Sieg Heil”. Mentre, per l’ennesima volta, l’entourage di Rocca pensava a quale strategia adottare per salvare la faccia, il presidente della Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun ha commentato indignato il testo di Settembre Nero: «Riprende stereotipi antiebraici e distorce gli avvenimenti storici, elogiando il terrorismo palestinese macchiatosi di imperdonabili atrocità a danno di innocenti atleti israeliani nell’attentato del settembre del 1972 presso il villaggio olimpico di Monaco. Ripudiamo i luoghi comuni dell’antisemitismo e le vergognose distorsioni della verità storica». Se da Azione Carlo Calenda commenta che «Giorgia Meloni non può continuare a far finta di nulla», anche nel centrodestra l’umore è pessimo. Tutti questi colpi infatti arrivano fino alla premier non per gli attacchi delle opposizioni, ma per i rapporti con la Comunità ebraica. Con cui, infatti, non è finita qui perché il «sono cambiato» di De Angelis non basterà. Non basta neanche ai giovani di Forza Italia Lazio: «Chiediamo con forza a De Angelis di fare un passo indietro e, in assenza di questa sensibilità, al presidente Rocca di intervenire con la revoca dell’incarico». Dal Pd la coordinatrice della segreteria nazionale e consigliera regionale Marta Bonafoni non aspetta altro che il consiglio straordinario del primo settembre in cui «Rocca dovrà rispondere della scelta di nominare e poi confermare De Angelis in un ruolo così importante». Il segretario del Pd Lazio Daniele Leodori si rivolge ancora a Meloni: «Chiami Rocca. Non si pub piangere ieri alla cerimonia dell’Hannukah e non pretendere oggi le immediate dimissioni di un antisemita».