Fonte:
Il Secolo XIX
Reato di negazionismo larghissima intesa alle Camere
Testo di legge pronto. I dubbi dei grillini: non è nel programma, chiediamolo al web
Firmato da tutti i gruppi a parte la Lega, il ddl prevede fino a 3 anni di reclusione e multa fino a 10 mila euro
ROMA. Nel giorno della morte di Erich Priebke è stato il presidente della Commissione Giustizia al Senato, Francesco Nitto Palma, Pdl, ad annunciare che prestissimo arriverà il reato di negazionismo. Una novità assoluta in Italia che godrà «di un iter accelerato». Vuole chiudere tutto entro martedì, giorno in cui molto probabilmente si terranno anche i funerali dell’ex ufficiale delle SS e alla vigilia dei 70 anni dal rastrellamento del ghetto di Roma. Discussione, emendamenti, voto e approvazione del ddl. Per evitare che qualcun altro sul suolo italiano dica «l’Olocausto non è mai esistito» o «le camere a gas sono un invenzione degli americani», come ha lasciato scritto Priebke nel suo testamento. Il clima, certo, è favorevole per accelerare su una legge di questo tipo, vista pure l’assenza di eredi politici del fascismo in Parlamento e anche perché a sentire Nitto Palma «c’è la massima intesa tra tutti i partiti». In verità il ddl c’è già, presentato a maggio da Silvana Amati, Pd, e Lucio Malan, Pdl, e firmato da tutti i gruppi parlamentari a eccezione della Lega Nord. Prevede «la reclusione fino a 3 anni e la multa fino a 10 mila euro» per «chiunque pone in essere attività di apologia, negazione, minimizzazione dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra», così come definiti dallo statuto della Corte penale internazionale o «propaganda idee, distribuisce, divulga o pubblicizza materiale o informazioni, con qualsiasi mezzo, anche telematico, fondato sulla superiorità o sull’odio razziale, etnico o religioso». Dunque hanno firmato anche i grillini. A rigor di logica, visti gli ultimi avvenimenti, neanche il reato di negazionismo rientra nel programma dei 5 Stelle, non è stato discusso dalla rete, gli attivisti non si sono espressi. A questo punto, com’è successo per l’abolizione del reato di immigrazione clandestina, Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo dovrebbero vergare un altro post di fuoco e scomunicare tutti i senatori che hanno firmato. E’ il paradosso della democrazia a misura di blog. Sarebbe inusuale, suonerebbe come un altro boomerang. Eppure succede che i grillini, con addosso le ferite dell’ultima imprevista strigliata dei guru, comincino ad avere mille dubbi e più di qualcuno ha già fatto sapere che è pronto a ritirare la firma da quel ddl. Anche se la stragrande maggioranza dei 5 Stelle ha stigmatizzato il post sui clandestini di giovedì, mettendo in discussione per la prima volta il Verbo di Casaleggio e Grillo, il condizionamento sta già producendo i suoi primi effetti. Più di un senatore ha chiesto di rivolgersi alla rete prima di esprimersi su un tema come il negazionismo e ha chiamato Casaleggio per sapere che fare, soprattutto perché in quella legge si parla di propaganda telematica e qualcuno ci intravede un limite al web sotto forma di reato di opinione. La faccenda è delicata, con la morte di Priebke è facile che riemergano le solite voci che considerano una bufala la Shoah, i campi di concentramento e altri orribili massacri della storia. I grillini, aprendo una discussione e non precipitandosi a firmare il ddl già pronto, non vorrebbero correre il rischio di essere accomunati a questi negazionisti di ritorno. Una soluzione, pare suggerita da Casaleggio, sarebbe di preparare un provvedimento alternativo già per domani che ammorbidisca gli effetti sulla rete. Il blog non si pronuncerebbe contro, promette il fondatore. Altri senatori però hanno già storto il naso a questa imposizione indiretta, che interpretano come una conseguenza della drammatica sconfessione sull’immigrazione, e che considerano replicabile su tutti gli altri temi sensibili, come omofobia e ius soli, in cui è in gioco la coscienza di ognuno.
I. LOMB.