Fonte:
Moked.it
Il Gran Rabbino sul caso Traoré: “Francia, è tempo di svegliarsi. Fallo ora o sarà troppo tardi”
Francia, svegliati. Non tradire i tuoi valori e le tue conquiste. Scrollati di dosso un’onta che appare intollerabile, una vergogna senza attenuanti. Rav Haim Korsia, Gran rabbino del Paese, lancia un appello a tutti i suoi connazionali. Lo fa dalle pagine di Figaro, il quotidiano più diffuso, commentando l’incresciosa vicenda relativa al 31enne Kobili Traoré, l’assassino di Sarah Halimi, che non subirà alcun processo perché la Cassazione ha stabilito che, al momento di uccidere la donna, fosse incapace di intendere e volere a causa della marijuana assunta poco prima.
Traoré, il 4 aprile del 2017, era entrato nell’appartamento della sua vicina ebrea, già minacciata in modo esplicito nelle settimane precedenti. L’aveva colpita più volte e poi scaraventata dalla finestra. Nel corso del brutale assassinio aveva pronunciato frasi del Corano, mostrandosi ebbro di gioia per aver ucciso “un demone”. Per la famiglia, e per le istituzioni dell’ebraismo francese, nessun dubbio: un omicidio di matrice antisemita e islamista. Una specificità comprovata da varie ricostruzioni, ma ignorata con perseveranza dagli organi giudiziari. Mercoledì scorso l’ultima violenza: Traoré resterà impunito.
Rav Korsia richiama una frase profetica del ministro degli Esteri inglese Edward Grey, pronunciata nel 1914: “Le luci si stanno spegnendo in tutta Europa. La nostra generazione non farà in tempo a vederle riaccese”. Un rischio cui starebbe andando incontro anche la Francia con la sua incapacità di affrontare, in modo consapevole, certi problemi.
Il Gran rabbino, con riferimento al caso Traoré, parla senza mezzi termini di “uno scandalo” e si domanda: “Com’è possibile che l’assunzione di droghe sia un’aggravante in qualsiasi crimine contro la persona tranne che in presenza di un omicidio antisemita?”. E soprattutto, si chiede ancora, “perché si è scelto di rinunciare a un processo, alla ricostruzione di fatti e connessioni; perché non si è data la possibilità di avere giustizia ai familiari, alla vittima, alla società?”.
Il sentimento è di “indignazione profonda” e nulla, insiste il rav, neanche la crisi sanitaria globale con tutte le sue implicazioni, può farlo passare in secondo piano. Per questo si appella a tutti i francesi affinché, “con le vie concesse dal diritto, e nel rispetto assoluto delle leggi della Repubblica”, si prenda coscienza e ci si “ripulisca di questo atto disonorevole che mette in pericolo tutti, nessuno escluso”.
La strada auspicata è quella di una riforma giudiziaria che impedisca “la sacralizzazione dell’irresponsabilità e dell’impunità”.
Non c’è infatti dubbio, ricorda rav Korsia, sul fatto che si tratti di “un omicidio antisemita, compiuto alla stregua di un rituale”. Come non c’è dubbio sul fatto che se la Francia non si scrollerà di dosso la miopia e l’ipocrisia che la pervadono altri tempi duri arriveranno. E quella luce che ogni giorno di più va spegnendosi la vedranno riaccesa, forse, soltanto le generazioni future.
Rav Korsia non ci gira intorno: “Francia, svegliati”.