Fonte:
La Repubblica
Autore:
Omero Ciai
Bariloche, rissa tra licei
i neonazi contro gli ebrei
Ora dovranno andare
al museo della Shoah
Ha sconvolto l’Argentina la provocazione di un gruppo di ragazzi del liceo tedesco di Lanus, provincia di Buenos Aires, che si sono mascherati da nazisti, con baffi alla Hitler e svastiche stifle braccia, per insultare e picchiare altri ragazzi di un liceo ebraico. Scenario della rissa una discoteca di Bariloche, nella Patagonia argentina, dove i liceali ricchi della capitale vanno a festeggiare con qualche giorno di dissipatezza la raggiunta maturità. L’episodio ha indignato tutti: professori, presidi, il centro Simon Wiesenthal, le autorità locali. È stata decisa una punizione esemplare: gli adolescenti dei due istituti visiteranno insieme il Museo dell’Olocausto nel quartiere della Recoleta della capitale argentina. Ma quel che più preoccupa è, sfogliando i profili Facebook dei ragazzi coinvolti, il loro inneggiare all’ideologia nazista prima e dopo la provocazione in discoteca. Non è stato un caso neppure la scelta di Bariloche, cittadina simbolica in Argentina per essere stata prescelta come rifugio dai criminali nazisti in fuga dall’Europa. Vicenda leggendaria fu quella della scoperta a Bariloche di Erich Priebke, responsabile insieme a Herbert Kappler dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, 24 marzo 1944. Era il maggio di cinquant’anni dopo, quello del 1994, quando una troupe del network americano Abc, guidata dal giornalista Sam Donaldson, rintraccio l’ufficiale nazista all’uscita del collegio tedesco “Primo Capraro” di Bariloche, dove lavorava come direttore. Donaldson lo avvicinò mentre saliva in macchina e gli chiese semplicemente: «Lei è Priebke?». La scena, con Priebke che annuisce imbarazzato, fece il giro del mondo. L’Italia chiese e ottenne l’estradizione. Venne processato e condannato. E trascorse gli ultimi anni, fino alla morte nel 2013, agli arresti domiciliari. Un altro episodio, molti anni prima di Priebke, aveva già in parte svelato l’operazione che in un libro di fiction pubblicato nel 1972, lo scrittore britannico Frederick Forsyth aveva immaginato come il Dossier Odessa, un’organizzazione segreta costituita dai gerarchi hitleriani per difendersi e sopravvivere dopo la caduta del regime nazista. E il sequestro a Buenos Aires, nel 1960, di Adolf Eiclunann, lo stratega della “soluzione finale” nei campi di concentramento nazisti. Eichmann era fuggito in Argentina ne11950 grazie a un passaporto falso rilasciato dalla Croce Rossa di Ginevra. Per anni si nascose con la famiglia a Buenos Aires dove venne rintracciato, per caso, dalla figlia di un ebreo sfuggito all’Olocausto. Il Mossad israeliano organizzò il suo rocambolesco sequestro. E lo portò in Israele dove venne processato, condannato a morte e impiccato nel 1962. Ma per avere un’ idea eloquente di quello che fu la vera “Operazione Odessa bisognerà aspettare la pubblicazione delle ricerche di Abel Basti, giornalista e scrittore specializzato nella storia dei nazisti in Argentina, e soprattutto dello storico Uki Goni che in un libro del 2002, The real Odessa, tradotto in italiano da Garzanti, riuscì a ricostruire la realtà di quello che Forsyth aveva soltanto ipotizzato. In gran segreto l’accoglienza dei nazisti venne coordinata in prima persona da Juan Peròn, generale e presidente dell’Argentina dal 1946 al 1955. Peròn, che anni dopo mentre si trovava in esilio nella Spagna della dittatura franchista spiegherà che, come militare, si era indignato per i processi di Norimberga, organizzò nella sede della presidenza, la Casa Rosada, una vera e propria rete di salvezza. Incaricò i suoi servizi segreti di occuparsi dei nazisti che, con i passaporti falsi, sbarcavano al porto di Buenos Aires, spesso provenienti da Genova, dove tra Chiesa e Croce Rossa, funzionava un’ équipe di collaborazionisti nazi. In cambio il fondatore del peronismo ebbe oro e gioielli. Così arrivarono in Sudamerica Priebke, Eichmann e Joseph Mengele, il famoso “dottor Morte”, che poi scomparì in Brasile. E molti altri ufficiali nazisti, non solo tedeschi. A Buenos Aires c’e ancora oggi un albergo, alla fine dell’Avenida Corrientes, che fu un centro di ospitalità e smistamento dei rifugiati nazisti. Invitato, all’inizio del Duemila, da un solido mecenate come Paolo Rocca di Techint, anche Ryszard Kapuscinsky volle visitarlo. Lo scrittore polacco s’installò nella torre e, per qualche settimana, vi rivide le bozze di In viaggio con Erodoto, uno dei suoi ultimi libri. Il germe del nazismo in Argentina arriverà fino a suggerire ai militari assassini dell’ultima dittatura (’76-’83) la “soluzione finale” dei campi di concentramento e dei desaparecidos contro gli oppositori politici. E per questo, forse, non c’e da stupirsi se i ragazzi travestiti da nazi nella discoteca di Bariloche durante una festa di adolescenti a fine liceo hanno causato tanta preoccupazione in Argentina.