Fonte:
Corriere della Sera edizione di Roma
Autore:
Andrea Arzilli
Comunità ebraica attacca il Campidoglio
«No al convegno contro i nostri prodotti»
Domani l’appuntamento Bds. Il Comune: «Sala a Fassina senza valutazione politica»
Comunità ebraica e ambasciata israeliana contro il Campidoglio per «Gaza, rompiamo l’assedio». Ovvero un’iniziativa che si terrà domani pomeriggio nella sala della Piccola Protomoteca del Comune e che varrà come lancio della ima «Settimana contro l’Apartheid israeliana». Uno dei relatori è Stefano Fassina di Sinistra Italiana, consigliere comunale a cui la sala è stata concessa «senza una valutazione politica», spiegano dal Campidoglio. La Comunità ebraica romana, però, non ci sta e chiede a Raggi di ritirare la disponibilità della sala: «Trovo che sia gravissimo che in una sede istituzionale che rappresenta Roma, la Capitale di Italia, venga ospitato un movimento razzista come quello del Bds (Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni) che predica il boicottaggio e quindi la conseguente ghettizzazione delle merci, dei prodotti e delle menti provenienti da Israele. Chiediamo a Raggi la revoca della concessione dei locali», ha detto il vicepresidente della Comunità romana, Ruben Della Rocca. Il senso della manifestazione è quello di denunciare «100 anni di colonialismo israeliano e rilanciare la campagna di boicottaggio di Israele», spiegano gli organizzatori che attendono conferma dell’intervento di Ann Wright, già colonnella nell’esercito degli Stati Uniti e diplomatica presso varie ambasciate statunitensi. Nonché leader della Freedom Flottilla, cioè la «coalizione internazionale non-violenta che organizza flottiglie umanitarie dirette a Gaza per interrompere il blocco militare israeliano», sul sito dell’associazione. «Gli ebrei sono presenti in quella regione da 2500 anni, e il boicottaggio fa tornare alla mente la Germania nazista — durissimo, Della Rocca —. Roma non può accettare tutto questo. Questi signori facciano la loro riunione dove vogliono ma non in uno spazio delle istituzioni». E anche dall’ambasciata israeliana filtra che «è triste che trovino spazio in luoghi istituzionali» eventi simili in cui si accusa Israele, «unica democrazia del Medio Oriente, di essere la fonte di tutti i mali del mondo». Questione stadio della Roma. Raggiunto l’accordo «politico» con la controparte, il Campidoglio parte oggi con l’iter della delibera bi-fase che dovrà portare a fissare l’utilità pubblica del progetto «dimezzato» su Tor di Valle. Bi-fase perché gli interventi pubblici, il nodo della questione, saranno scaglionati in due tranche. I tempi stimati per il completamento del documento sono «ottimisticamente» di 120 giorni. Dopodiché la delibera dovrà passare dal voto dell’Assemblea capitolina. E considerati i malumori dei consiglieri «ortodossi», il passaggio non è banale. «Abbiamo detto sì e sarà sì — ha detto all’Avvenire il capogruppo M55 Paolo Ferrara —. Ci saranno tutti i 29 voti dei nostri consiglieri e ci sarà anche quello di Raggi. Alla fine 30 sì sosterranno la delibera sullo stadio della Roma».