12 Agosto 2016

Proteste per la concessione della cittadinanza onoraria di Napoli ad un terrorista palestinese

Fonte:

Corriere del Mezzogiorno

Autore:

Vincenzo Esposito

Cittadinanza onoraria a Bilal Kayed La protesta della comunità ebraica

«Un estremista appoggiato da Hamas, Palazzo San Giacomo faccia marcia indietro» La replica: diventeranno napoletani tutti i capi delle religioni presenti a Gerusalemme

Napoli. Dopo Ocalan e Abu Mazen anche il palestinese Bilal Kayed diventa cittadino onorario di Napoli. La decisione è stata approvata dal Consiglio comunale del 7 agosto scorso, ma solo ieri è giunta la durissima nota della comunità ebraica. Il presidente nazionale Noemi Di Segni e il presidente della Comunità ebraica di Napoli Lydia Schapirer hanno inviato un messaggio al sindaco Luigi de Magistris in cui gli chiedono di revocare la concessione: «Più volte – è scritto – ha manifestato l’intenzione di fare della città che amministra un laboratorio di pace e di convivenza tra i popoli e le religioni del mondo. Un’ambizione che è nelle corde di Napoli, porta di accesso e tra le grandi capitali del Mediterraneo. Ci chiediamo però come possa coerentemente raggiungere questo obiettivo se, al tempo stesso, la sua amministrazione continuerà a promuovere iniziative di segno diametralmente opposto . L’ultima delle quali il conferimento della cittadinanza onoraria al palestinese Bilal Kayed, che tutto è fuorché un uomo di pace. Si tratta infatti di un pericoloso estremista che ha trascorso 14 anni nelle carceri israeliane per le sue azioni violente e gode del sostegno di un’organizzazione terroristica quale è Hamas, che non esita a uccidere civili innocenti, compresi donne, anziane e bambini, pur di alimentare un conflitto permanente nella regione mediorientale». Le comunità ebraiche, quindi, «si ritengono attonite e preoccupate da questa iniziativa, ultima di una serie , quando oggi tutte le Istituzioni italiane sono chiamate a collaborare per la garanzia dei fondamentali valori costituzionali e a una rigorosa verifica di chi risiede e dimora nelle nostre città. Al fine di salvaguardare la storia e l’immagine di Napoli, quale città sempre attenta ai valori della vera democrazia, La preghiamo di intervenire al più presto per revocare tale iniziativa. Ben venga il suo impegno per un dialogo costruttivo, di conoscenza e di pace tra i due popoli». Da Palazzo San Giacomo nessuna replica ufficiale, anche se si ricorda che nella stessa seduta del 7 agosto il Consiglio comunale ha approvato « la proposta per concedere la cittadinanza onoraria a tutti i capi dei culti religiosi presenti nel la città di Gerusalemme. E le informative sono già partite affinché si possa far diventare napoletani i responsabili delle varie fedi entro Natale. Quindi non siamo di fronte a un gesto unilaterale ma a un invito rivolto a tutti. Una specie di ecumenismo di una città aperta al mondo». Durante il consiglio comunale si era alzata, contro la decisione, la voce di Mara Carfagna: «Bilal Kayed è un militante del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, che predica l’antisionismo, nuova pericolosa forma di antisemitismo. In favore di Bilal Kayed si è espressa anche l’organizzazione terroristica Hamas che ha come obiettivo principale la distruzione dello Stato di Israele. Tra Hamas e Israele noi saremo sempre dalla parte di Israele». Bilal Kayed, spiegano le associazioni palestinesi, è attualmente in stato di detenzione amministrativa, cioè senza accusa né processo, dopo aver scontato una pena di oltre 14 anni nelle prigioni israeliane. Kayed è uno dei 700 palestinesi in detenzione amministrativa, su un totale di circa 7 mila prigionieri». Il Comune aderì alla giornata indetta nel mondo, il 24 giugno scorso, per la sua liberazione.