5 Dicembre 2024

Profilo dell’organizzazione eversiva antisemita e neonazista Werwolf Division

Fonte:

Corriere della Sera

Autore:

Andreina Baccaro

Traditrice, dobbiamo spararle E attacchiamo il Parlamento» I sopralluoghi per un attentato

In chat le offese antisemite al giornalista David Parenzo

BOLOGNA «Allenavo cinque persone potenzialmente guerriglieri, per dargli un’arma in mano e andare davanti alla Meloni e sparargli in testa». I componenti della Werwolf Division stavano realmente perseguendo, secondo le accuse, il progetto di uccidere la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, come dimostra quell’intercettazione del maggio 2023 attribuita a Salvatore Nicotra, bolognese di 45 anni, in carcere, considerato uno degli organizzatori dell’attività di propaganda, dedito al proselitismo e all’addestramento di nuove leve. Frequentatore di palestre di Thai Boxe e appassionato di armi da fuoco, per gli inquirenti risultavano allarmanti i suoi propositi di commettere omicidi anche da solo. Si dichiarava «pronto a morire per la causa». «C’è un albergo davanti al Parlamento, da fi gli puoi sparare un colpo dall’alto» diceva sempre Nicotra, riferendosi secondo gli inquirenti a uno «scenario operativo» per «attentare alla vita» della premier, definita «traditrice», «concubina di Sion», «bisogna farla cadere», «fascista finché non è salita al potere e ora rinnega di esserlo». Un progetto inserito a quanto pare in un quadro più ampio: «Io vi stavo addestrando perché volevo unirci appunto all’ordine di Hagal, cioè a Forza Nuova e a quegli altri, per andare giù a Roma e fare un colpo di Stato contro il governo… al Parlamento. Volevo dare un’arma a ciascuno, un fucile a ciascuno, addestrati a dovere per fare la guerriglia». E ancora: «È ora di formare due eserciti, uno davanti alle guardie del Parlamento italiano, uno alle spalle delle guardie stesse che le prenderebbe di sorpresa dopo il primo attacco, e un terzo fronte che attacca frontalmente ed entra dentro portando fuori i politici». I toni minacciosi non sono solo riferiti alle istituzioni italiane, ma anche al presidente del World Economic Forum Klaus Schwab: «Sembra che si trovi in Svizzera, aspettiamo solo di trovare delle anni da poter usare» scrive sempre Nicotra nella primavera del 2023 a un utente in via di identificazione. L’odio era diretto anche verso il giornalista David Parenzo, tra i conduttori televisivi e radiofonici più noti — definito «sionista, giudeo, vigliacco» e con altri termini irripetibili — oggetto di una chat Telegram tra Daniele Trevisani (arrestato) e una persona con nickname «Mauro Littorio». Dall’analisi del telefono sequestrato a Trevisani — considerato dagli investigatori uno dei promotori dell’organizzazione estremista — si è scoperta la sua iscrizione al canale Telegram statunitense «Leadbaroncustoms», dedicato alla compravendita online di anni da fuoco e da guerra, pagate in Bitcoin e altre criptovalute. Inoltre, Trevisani avrebbe incitato Ziosi a intrattenere contatti con Z.A.S., ex appartenente all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina perché «può fare al caso nostro», «sa costruire piccoli ordigni artigianali» ed essendo un «palestinese antisionista, rispecchia lo spirito werwolfiano». Il fanatismo non si ferma neanche davanti a una neonata di pochi mesi: «Le ho già insegnato il saluto romano» scrive Davide Armenise a Trevisani il 6 aprile 2023, inviandogli la foto di lui con una bimba di pochi mesi in braccio alla quale fa alzare il braccio destro. «Brava… bimba ariana» risponde l’altro. Non mancavano poi, tra «camerati», i messaggi di adulazione, con toni d’altri tempi: per esempio quando Trevisani scrive a Simone Sperotto, anche lui tra gli arrestati: «Camerata, non vedo l’ora di ricongiungermi a te, tu sei il mio faro». «Io sono solo fuoco che arde e colui che alimenta questo fuoco sei tu camerata» la risposta. E ancora, sempre Trevisani: «Voglio dei monaci guerrieri, un battaglione atto a lottare con tutte le sue forze. Fino all’ultimo uomo!»

«Volevano uccidere la premier» Arrestati 12 militanti neonazisti

Bologna, il blitz contro la Divisione Nuova Alba: 27 indagati. Il gip: «I piani non erano teorici»

«Miravano al sovvertimento dell’attuale ordinamento per l’instaurazione di uno Stato etico e autoritario incentrato sulla “razza ariana”, con finalità di terrorismo, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa»: queste le accuse per le dodici persone arrestate ieri nell’indagine della Procura di Bologna, con il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e della Direzione centrale della polizia di prevenzione, sulla cellula neonazista e suprematista «Werwolf Division», la Divisione Nuova Alba. Gli indagati sono in totale 25 a cui si aggiungono due minorenni, con le stesse accuse. Per gli adulti c’è anche la detenzione illegale di arma da fuoco e l’aggravante di aver coinvolto dei minori. La «Werwolf Division», così si chiamava la cellula con base e mente a Bologna, puntava alla «guerra civile» che sarebbe seguita alle azioni violente progettate dai componenti, compresa la volontà di uccidere «la presidente del Consiglio Giorgia Meloni». Un progetto, scrive il gip, «lungi dall’essere meramente teorico» visto che nel corso dei mesi era stato accompagnato «dalla formazione di guerriglieri appositamente addestrati». La Werwolf aveva una struttura gerarchica in cui si distinguevano i ruoli di «Comandante», Daniele Trevisani di 37 anni, «Editore», Andrea Ziosi, 37 anni, con il compito di diffondere libri e scritti nazisti e suprematisti che i camerati dovevano conoscere, e di «Istruttore», il 45enne Salvatore Nicotra, molto attivo nell’attività di propaganda e proselitismo nonché di addestramento delle nuove reclute. Gli altri arrestati sono Federico Trevisani, 33 anni, fratello di Daniele, Alessandro Giuliano, 51 anni, Giuseppe «Joe» Fallisi, 76 anni di origini milanesi e residente in Puglia, passato dall’anarchia al suprematismo (fu uno degli interpreti principali della Ballata del Pinelli), Luca Porta, 50 anni di Rho (Milano), Simone Sperotto, 19 anni, di Thiene (Vicenza), Valerio Tellenio, 22 anni, di Fano (Pesaro), Pierluigi Cilano, 26 anni, di Palermo, Diego Cavallucci, 44 anni, di Pescara, Davide Armenise, 36 anni, di Bari. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati non solo cimeli, bandiere e materiale con simboli nazisti o neofascisti, ma anche armi da taglio (coltelli e katane) e da sparo. Gli arresti giungono al termine di una attività investigativa durata due anni, delle Digos di Napoli e Bologna: proprio ieri il filone campano sull’organizzazione suprematista Ordine di Hagal è arrivato a sentenza in primo grado con quattro condanne, dai tre ai cinque anni e mezzo. Il cuore dell’associazione era il gruppo Telegram «Werwolf Division», che contava un’ottantina di iscritti, con post inneggianti al «nuovo Stato autoritario» da far nascere con la «distruzione del sionismo» e del «regime liberale». Ma quando a maggio 2023 una decina di iscritti viene perquisita dalla Digos, il canale viene chiuso e poi ricostituito sotto il nome «Divisione Nuova Alba». Trevisani era il fondatore anche della rivista online ardire.org, che pubblicava articoli come «La Shoah te la vogliono davvero ficcare in testa». Tra le persone perquisite, indagate a piede libero, ci sono anche Fabio Tuiach, ex pugile ed ex consigliere comunale di Trieste, tra i lavoratori portuali novax, in passato militante della Lega e poi in Forza nuova, e Simonetta Cesari, 62 anni modenese, nel 2015 segretaria del Fronte nazionale della città emiliana.

Photo Credits: Corriere della Sera