16 Febbraio 2015

Profanazione di un cimitero ebraico in Francia

Fonte:

Corriere della Sera

Autore:

Stefano Montefiori

Francia nella morsa antisemita

Scempio al cimitero israelitico

Profanate le tombe a Sarre-Union. Hollande: «Atto odioso e barbarico»

Le devastazioni sarebbero cominciate giovedì, e sono continuate fino a ieri. Intorno alle 17 una donna si è accorta che la porta di ingresso era danneggiata, e ha dato l’allarme avvertendo la gendarmeria. Quando sono arrivati gli agenti hanno scoperto centinaia di tombe scoperchiate, altre rotte. In totale sono stati profanati circa 300 dei quattrocento sepolcri nel cimitero ebraico di Sarre-Union, una cittadina di neanche 3.000 abitanti in Alsazia, a una trentina di chilometri dal confine tedesco. È stato rovinato anche il monumento alle vittime della Shoah.È un crimine orrendo che viene scoperto poche ore dopo l’attacco alla sinagoga di Copenaghen e per questo desta ancora più indignazione, come se ci fosse un qualche legame diretto. Ma non c’è bisogno di andare a scomodare i fatti in Danimarca per trovare l’occasione concreta, la spinta che ha fatto passare qualcuno — «dovevano essere in tanti», dice il procuratore — all’azione. Il ritorno dell’antisemitismo in Francia è nell’aria, è evidente per esempio negli spettacoli di Dieudonné, negli atti del terrorista islamico Amedy Coulibaly che entra sparando in un supermercato kosher e uccide quattro ebrei per il solo motivo che sono ebrei il 9 gennaio, nell’azione del suo quasi omonimo Moussa Koulibaly che il 3 febbraio a Nizza si avventa su tre soldati che proteggono il concistoro ebraico; l’antisemitismo è tra noi perché il 13 febbraio erano il nono anniversario della morte — dopo tre settimane di tortura — del 23enne ebreo Ilan Halimi, e perché il numero di atti antisemiti è raddoppiato in Francia nel 2014 rispetto all’anno precedente (851 contro 423).Su questo sfondo, alcune persone hanno trovato la forza per entrare nel cimitero ebraico e «aprire le tombe, soprattutto nella zona più recente», dice il presidente del Consiglio regionale dell’Alsazia, Philippe Richert. Non ci sono scritte o graffiti, ma la maggior parte dei sepolcri sono devastati. Ieri sera il cimitero era illuminato a giorno, bisognava fare l’inventario dei danni e cercare qualche traccia per risalire ai colpevoli. Non è la prima volta che succede a Sarre-Union. Nel 1988 erano state abbattute una sessantina di stele funerarie ebraiche e, nel 2001, 54 tombe furono saccheggiate.A dare la notizia della nuova profanazione è stato il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve appena tornato dal viaggio di solidarietà in Danimarca. «Non ne posso più di tutti questi atti antisemiti, sotto diverse forme, che abbiamo visto il 9 gennaio a Parigi, sabato notte a Copenaghen e oggi in Alsazia. Questo odio dimostra che abbiamo completamente fallito nell’educazione dei nostri giovani», si è sfogato il presidente del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia (Crif), Roger Cukierman. Tutte le autorità dello Stato hanno espresso lo sdegno più totale, dal presidente della Repubblica François Hollande — «Atto odioso e barbaro, la Francia è determinata nella lotta contro l’antisemitismo» —, al premier Manuel Valls — «Un atto ignobile, troveremo i responsabili» —, al capo dell’opposizione Nicolas Sarkozy — «la lotta implacabile contro l’antisemitismo deve coinvolgere tutti i cittadini democratici» —, fino al deputato del Front National Gilbert Collard, «un atto abietto». Ma al di là delle formule, la sensazione è che ad ascoltare queste parole siano solo le persone normali, che non hanno bisogno di essere convinte. Gli altri, gli antisemiti, saranno probabilmente galvanizzati dal rifiuto unanime, che in questi anni non è mancato. Jacques Wolff è un anziano ebreo che ha la famiglia sepolta al cimitero di Sarre-Union. «Non resta che un campo di rovine — ha detto al Parisien —. Mio padre è morto ad Auschwitz nel 1943, mia nonna è morta di stenti nel 1944. Riposano qui, e non posso che commuovermi. Non siamo a Praga durante la guerra, quando si lastricavano le strade con la pietra delle tombe ebraiche. Siamo in Francia».