Fonte:
moked.it
MILANO – Le dimissioni di Cenati dall’Anpi fanno ancora discutere
“Non possiamo celebrare il 25 aprile senza di lui”
Le dimissioni di Roberto Cenati da presidente dell’Anpi provinciale di Milano e del Comitato Permanente antifascista rappresentano un problema e una preoccupazione per diverse istituzioni della città. “Cenati aveva un ruolo unico, era attento a tutte le sensibilità, sempre aperto al confronto, a difendere le libertà di ciascuno. La sua assenza dal prossimo 25 aprile mi preoccupa e, come ho già anticipato, personalmente credo che non parteciperò quest’anno al corteo nazionale”, spiega a Pagine Ebraiche il presidente della Comunità ebraica di Milano. Walker Meghnagi aggiunge di essere rimasto perplesso “da come le dimissioni di Cenati, dopo oltre dieci anni di presidenza, siano state accolte senza battere ciglio dai vertici dell’Anpi”. Sulla questione delle dimissioni – arrivate in opposizione alla decisione dell’Anpi nazionale di partecipare a una manifestazione contro “il genocidio” a Gaza – sia Roberto Jarach, presidente del Memoriale della Shoah di Milano, sia il direttore della Fondazione Cdec Gadi Luzzatto Voghera sottolineano come si tratti di una questione interna. Entrambi hanno espresso pubblicamente e privatamente stima e amicizia a Cenati. “Non ho commenti da fare sull’associazione, ma sono preoccupato dal punto di vista operativo. Roberto era coordinatore del Comitato antifascista. Nell’organizzare il 25 aprile rappresentava una sicurezza, un punto di equilibrio e coerenza tra diverse istanze. Il suo è un vuoto molto molto difficile da colmare”, spiega Jarach. Un’opinione condivisa da Milo Hasbani, vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche e consigliere della Comunità ebraica milanese. “Abbiamo sempre avuto un rapporto eccellente con Cenati. E non è scontato, anzi. Non ci sono molti casi simili con le sezioni Anpi di altre città“, afferma Hasbani. “Non sarà facile iniziare un dialogo con una persona diversa, al di là di chi verrà scelto. Lui era ovunque ed era il primo a spingerci a partecipare alle diverse iniziative sull’antifascismo”.
Tanti messaggi di solidarietà inviati a Cenati in questi giorni, tra cui quello della storica Liliana Picciotto, ricercatrice del Cdec. “Persona migliore di te come presidente, l’Anpi non poteva avere. Tutto ciò, è stato calpestato e vilipeso in una ondata di irrefrenabile è irrazionale corsa di caccia al colpevole per la situazione in Medio Oriente”, si legge nel messaggio scritto da Picciotto e girato alla redazione di Pagine Ebraiche. “Tragico esempio di come da ‘persone’ si diventa ‘folla’. Grazie per insegnarci a tenere la schiena dritta, caro amico. In me, in noi tutti, troverai sempre degli amici”.
Anche per questo, aggiunge Hasbani, “gli ho chiesto di essere presente insieme a noi il 25 aprile. Il vessillo dell’Ucei come sempre ci sarà. E in ogni caso, un 25 aprile senza Roberto Cenati non può esistere”.
A proposito di manifestazioni, il direttore del Cdec Luzzatto Voghera parla di una grande “tristezza davanti a molte di queste iniziative su Gaza e Israele. I palestinesi sono diventati solo un pretesto, fanno parte di una dinamica pop della protesta di strada che ha trovato in loro le icone del momento. È accaduto in passato, è accaduto con altri, come i curdi di Kobane o le donne iraniane. Ma queste manifestazioni non spostano nulla. A Roma ho visto un murales in cui c’era scritto mi Gaza es tu Gaza. Ecco la sintesi perfetta dello sfruttamento pop di una tragedia. È tutto imbarazzante”. C’è però anche un dato inquietante. “In molti hanno timore ha parlare e contestare chi dice sciocchezze su Israele e palestinesi, si ricevono minacce, anche in università. Non è certo un bel clima”.
(Nell’immagine una manifestazione del 25 aprile a Milano)