26 Ottobre 2017

Polemiche sulle dichiarazioni del presidente della Lazio

Fonte:

Corriere della Sera, Il Messaggero.it

Autore:

Rinaldo Frignani

Lotito e la Sinagoga

«Che sceneggiata»

Poi i suoi fiori

gettati nel Tevere

Audio choc del presidente della Lazio: è bufera

ROMA Un’altra gaffe, la tensione che non accenna a placarsi. Un audio inguaia ancora di più il patron laziale Claudio Lotito: «Famo sta sceneggiata», dice al telefonino tornando lunedì sera in aereo da Milano, poche ore prima di recarsi al Ghetto, non invitato dai vertici della Comunità ebraica, per deporre una corona di fiori alla Sinagoga. Nelle intenzioni del presidente biancoceleste doveva essere una risposta ufficiale allo scandalo delle figurine di Anna Frank con la maglia romanista attaccate domenica dagli ultrà laziali in curva Sud, ma quella frase (e altre riferite ai vertici della Comunità, registrate e pubblicate in esclusiva online dal Messaggero) scatena la rabbia di alcuni giovani ebrei. La replica non si fa attendere: ieri mattina la composizione floreale viene scaraventata nel Tevere. «È stato un gesto spontaneo di alcuni ragazzi della Comunità indignati per le parole offensive di Lotito», confermano dal Ghetto. Ma non è l’unico momento caldo della giornata. «Mentre ci distraggono con Anna Frank, in Senato votano la porcata antidemocratica Rosatellum», twitta íl consigliere grillino del Lazio Davide Barillari, sconfitto nelle «regionarie» da Roberta Lombardi, che lo fulmina: «Battuta sicuramente poco felice, quello è stato un gesto ignobile», chiude la collega pentastellata. La polemica divampa, con la reazione soprattutto del Pd, poi in serata Barillari si scusa: «Solo una provocazione inopportuna, criticavo l’informazione non Anna Frank». Intanto si continua a indagare sul caso delle figurine antisemite in curva Sud. I sedici ultrà laziali identificati — fra i quali anche un tredicenne e un sedicenne — non sono per il momento indagati per istigazione all’odio razziale, ma alcuni di loro potrebbero esserlo nelle prossime ore. Una parte si sarebbe difesa spiegando di non sapere nemmeno chi sia la ragazza sugli adesivi. La Digos starebbe svolgendo accertamenti anche su altre persone: si cerca non solo chi ha distribuito le figurine in curva Sud, ma chi le ha stampate. Un’operazione abbastanza semplice al computer visto che basta un software di fotomontaggi e fogli di carta adesiva. Ma oltre alla polizia si muove il procuratore della Federcalcio Giuseppe Pecoraro: ha chiesto alla Procura «elementi utilizzabili» sulla vicenda per la quale l’ex prefetto della Capitale ha già aperto lunedì scorso un’indagine federale. Fra gli atti che Pecoraro attende ci sono anche le due relazioni della Digos inviate dalla Questura a piazzale Clodio, per pronunciarsi sulla questione «in tempi brevi». Nel frattempo però il ministro dello Sport Luca Lotti risponde all’omologa israeliana Miri Regev, che aveva chiesto all’Italia di «estirpare l’antisemitismo». «Da parte nostra c’è stato e ci sarà sempre tutto l’impegno possibile affinché nessun rigurgito antisemita macchi ancora lo sport italiano — scrive Lotti —. Sono convinto che proprio attraverso lo sport si possa combattere ogni forma di intolleranza». Ma dal Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano arriva un avvertimento: «Leggere Anna Frank allo stadio è inutile demagogia che regala ancora più importanza a questi fanatici. Prima dell’antisemitismo — spiega Betti Guetta, responsabile dell’osservatorio sul fenomeno — ci sono molta superficialità e ignoranza».